La falconeria, dunque, è
difficoltosa e impegnativa ma diventare
falconieri non è impossibile, se ritenete di
avere la necessaria passione e costanza, la
strada è già aperta davanti a voi. Il problema,
semmai, è quello di imparare la tecnica. Da
questo punto di vista è fondamentale investire
quanto più possibile, una buona formazione
tecnica è la base per poter arrivare a diventare
falconieri con successo: come si è detto prima
il falconiere è una persona che non si ferma di
fronte agli ostacoli, non deve fermarsi
altrimenti non riuscirà mai nella sua impresa;
l’apprendimento e la formazione tecnica
richiedono impegno e investimento, anche
economico, quindi il neofita falconiere non deve
fermarsi a questo primo ostacolo né cercare di
“saltarlo” altrimenti si troverà a risolvere
successivamente molti più problemi.
Per falconeria in questo cd-rom intendo sia
l’arte di addestrare i rapaci diurni alla caccia
ed al volo libero sia le attività collaterali ad
essa legate e cioè l’addestramento dei rapaci
notturni (“Guferia”) e la riproduzione in
cattività dei rapaci notturni e diurni
(“Rapacicoltura”).
Fondamentalmente le caratteristiche di base
richieste da queste 3 attività sono le stesse e
vengono elencate e descritte di seguito:
Per quanto riguarda la conoscenza di base c’è da
dire che io non consiglio assolutamente di
iniziare da zero. Se prima non si possiede una
esperienza di base sull’allevamento e detenzione
in cattività di altri animali o meglio ancora di
altri uccelli, io non consiglierei di dedicarsi
direttamente ai rapaci.
Gli uccelli rapaci sono animali “difficili”
rispetto ad un classico “animale domestico”
quale potrebbe essere un cane o un gatto o un
pesce rosso o un canarino. Sono animali “semi
domestici”perché vengono riprodotti in cattività
ancora da pochissime generazioni e dunque non
sono ancora stati selezionati dei ceppi
propriamente domestici. Inoltre i rapaci hanno
particolari esigenze di alimentazione, di clima,
di spazi proprio perché non sono stati
selezionati ancora dei ceppi domestici. Questo
senza considerare che il prezzo di un rapace è
sempre piuttosto elevato rispetto ad un
qualsiasi altro animale domestico tipico e per
questo non vale la pena di comprarne uno e poi
farselo morire o scappare, a parte il problema
etico.
Dunque riassumendo: se non si ha nessuna
esperienza di allevamento e gestione di uccelli
in cattività io consiglierei di farsela, prima
di passare ai rapaci. Non ne è necessaria tanta,
diciamo che comprarsi un bel pappagallo potrebbe
permettere di farsi l’esperienza necessaria in
poco tempo (1 anno circa) e con semplicità e
senza spese economiche notevoli. Passato questo
anno di tirocinio si può iniziare a pensare a
dedicarsi ai rapaci, ovviamente partendo da
specie semplici ed economiche e quindi più
adatte alla propria condizione di neofita e che
possano assecondare gli errori che si fanno
sempre all’inizio (è inevitabile, ma sbagliando
si impara). Se invece si possiede già una base
di esperienze di allevamento di altre specie di
uccelli, si può passare direttamente al rapace,
sebbene, come detto prima, si debba scegliere
una specie “facile”. Non si può pensare di
iniziare direttamente con un falco pellegrino e
con l’obiettivo di portarlo subito a caccia.
Questo potrebbe essere fatto ma solo se si ha
alle spalle un buon appoggio (corso di
falconeria e/o falconiere che possa seguirvi
passo passo).
Per quanto riguarda la passione: è la base di
tutto, se manca è inutile anche solo pensarci a
diventare falconiere. La falconeria è un’arte e
come tale è pronta a darci anche tante
delusioni, sebbene si cerchi sempre di procedere
nel modo più preciso, gli errori si fanno sempre
e c’è il rischio che la perdita o la morte di un
rapace possano mettere a rischio le nostre
intenzioni e farci mollare tutto. A questo punto
è inutile anche iniziare. Per il resto c’è poco
da dire, la passione e la voglia di ottenere
risultati o ci sono o non ci sono. Voi le avete?
Se sì continuiamo.
I requisiti minimi (TSSI: Tempo, Spazio, Soldi,
Impegno). Non preoccupatevi, esiste molta
variabilità nei requisiti minimi che bisogna
avere, per questo è importante sapere a priori
cosa si intende fare e quali sono le possibilità
offerte dalla falconeria e tutte le sue branche.
Le parti successive vi illustreranno i vari tipi
di falconeria praticabili (e i rispettivi
requisiti TSSI). Quello che dovete fare non è
altro che leggere e chiedervi se potete
rispettare questi requisiti o meno.
1) Bisogna essere almeno 16enni per potere
iniziare a praticare la falconeria o una delle
sue branche a meno che non si venga seguiti da
degli adulti
2) Bisogna amare veramente gli animali e i
rapaci in modo particolare. I rapaci vedono
l'uomo come un collaboratore e come una fonte di
cibo ma non come fonte di affetto e quindi non
ricambiano, in genere, questo affetto. I cani, i
gatti e i cavalli invece, per esempio, hanno un
desiderio insito in loro stessi di relazione con
i loro consimili o con l'uomo, se sono
domestici; gran parte dei rapaci invece non sono
così.
3) E' necessario che si sia in grado di
rispettare tutti i bisogni e le necessità dei
rapaci che si stanno tenendo in cattività. Ciò
vuol dire: assicurare loro il corretto
alloggiamento, i necessari spazi, la giusta
alimentazione, clima, igiene ecc.
4) Il falconiere deve amare la natura, poichè
per far volare i propri rapaci bisognerà stare
sul campo per molte ore al giorno, sia con il
caldo che con il freddo, il vento, la pioggia ma
anche nelle bellissime giornate autunnali o
primaverili. Il falconiere deve amare questo
contatto così diretto e stretto con la natura e
le sue componenti, brutte o belle che siano.
Nel box di approfondimento riportato sotto ho
voluto riportare un elenco dei requisiti che
dovrebbe avere un falconiere tratto da un famoso
testo americano e che ritengo molto importanti
da conoscere:
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CHECK-LIST: I REQUISITI DEL
FALCONIERE SECONDO Harold Webster |
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1) La Falconeria non è cosa per
tutti; la Falconeria non è per i
bambini.
2) Se il vostro interesse nella
Falconeria è principalmente quello
di prendere della selvaggina, allora
NON cimentatevi nella Falconeria.
3) Se il vostro interesse è solo
mosso dal fatto che i rapaci sono
spettacolari e lo sport insolito,
allora NON cimentatevi nella
Falconeria.
4) Se pensate che portare un falco
sul pugno sia un bel modo per
attirare l’attenzione, avete
ragione; ma questa non è Falconeria.
5) Se amate gli uccelli e pensate
che un falcone o un astore sarebbero
insoliti animali domestici, fareste
meglio a riconsiderare tutto, perchè
non sono certo animali domestici!
6) Se volete cacciare nella stagione
di caccia, pescare nella stagione di
pesca, andare in vacanza d’estate e
frequentare le località sciistiche
di inverno e dimenticare l’unico
divertimento finchè non torna di
nuovo la giusta occasione, allora
NON provate a tenere dei falconi.
7) Soprattutto, se siete una persona
indaffarata, con incarichi in molti
clubs, società e attività sociali,
allora NON tentate di far entrare a
forza da qualche parte anche la
Falconeria, perchè semplicemente non
avete tempo.
8) Se siete sensibili alle critiche,
o vi preoccupate di "quello che dirà
la gente", allora decisamente
evitate qualunque cosa abbia a che
fare con queso sport.
9) Ma, se avete un profondo
interesse per il mondo esterno; se
amate la vita e gli esseri viventi
con sufficiente profondità e
ampiezza da essere più che
sentimentali; se cogliete le
occasioni e vi aspettate
l’inaspettato, se riuscite a vedere
nei predatori l’incarnazione di
tutte quelle alte qualità che noi
soprattutto ammiriamo, qualità di
forza, coraggio, energia,
coordinazione e perfezione fisica
che li pongono al di fuori e sopra
altre forme di vita; se riuscite ad
afferrare nel loro modo di vivere
qualcosa di spettacolare e
drammatico che vi piacerebbe
condividere, se tutto questo è la
vostra ragione base per un tale
interesse, allora la Falconeria è
per voi e voi potrete, col tempo e
la pratica, diventare un Falconiere.
10) Un'alta qualità desiderabile è
un profondo senso di responsabilità
nei confronti degli uccelli che
tenete.
11) Se le vostre condizioni di
lavoro nel posto in cui vivete sono
tali per cui è impossibile far
volare i vostri uccelli più di una
volta a settimana, quasi sicuramente
non otterrete molto dai vostri
sforzi.
12) Se invece anteponendo a tutto la
salute dei vostri falconi e
sacrificando altre attività, vi è
possibile mettere gli uccelli in
volo da quindici minuti fino a
un’ora al giorno, o anche un giorno
si e uno no, e se potete far ciò in
una tabella di tempo regolare,
allora sarete praticamente sicuri di
ottenere dei successi. |
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Oltre che arte la falconeria deve essere
definita anche come “Scienza”: ciò perché si
tratta di una attività strettamente collegata ad
esseri viventi (i rapaci). Come nelle gare di
Formula 1, dove si ha a che fare con delle
macchine, e dunque tutto si basa sulle scienze
ingegneristiche, al fine di ottenere il massimo,
così nella falconeria, dove si ha a che fare con
dei rapaci, tutto si basa sulle scienze
biologiche: la conoscenza della biologia dei
rapaci è la base assolutamente imprescindibile
da cui partire per diventare bravi falconieri;
solo conoscendo la biologia dei rapaci è
possibile ottenere da essi il massimo risultato
ed evitare la gran parte dei classici problemi
della falconeria (malattie, traumi, fughe, morte
dei rapaci etc.). E’ importante che il
falconiere sia prima di tutto un ornitologo: che
impari a osservare gli uccelli e i rapaci in
modo particolare, anche in natura. Comprare un
buon libro sull’identificazione e sulle
abitudini dei rapaci italiani è quindi il primo
passo. Da un punto di vista più biologico il
falconiere deve conoscere alla perfezione:
1)
La fisiologia alimentare e muscolare dei rapaci:
ciò è fondamentale al fine di gestire
correttamente il peso e la fame dei propri
rapaci, che sono i punti cardine su cui si basa
un buon addestramento; compiere un errore nella
gestione del peso/fame dei rapaci in cattività
vuol dire perderli, farli ammalare, ucciderli o
non ottenere risultati nell’addestramento.
2)
L’etologia generale: è la base per capire i
principi dell’addestramento, come il
condizionamento, l’apprendimento, l’imprinting,
la reattività etc. Anche questi elementi
rappresentano delle basi assolutamente
fondamentali per addestrare correttamente un
rapace
3)
L’etologia dei rapaci: il falconiere deve saper
“comunicare” con i suoi rapaci, e per questo
motivo deve saperne interpretare correttamente i
segnali derivanti dal loro “linguaggio del
corpo”; ad ogni postura, movimento,
comportamento del rapace corrisponde una
informazione che il falconiere deve saper
cogliere e a cui deve reagire in un determinato
modo; per esempio: cosa vuol dire se il rapace
respira col becco aperto? Cosa vuol dire se
tiene le ali un po’ abbassate? Cosa vuol dire se
sta in posizione eretta? Cosa vuol dire se piega
la testa in alto verso un lato?
4)
La eco-etologia specie-speficia: è scontato che
il falconiere deve conoscere molto
approfonditamente le abitudini in natura della
specie di rapace che sta addestrando; dove vive,
cosa mangia, come caccia, è migratore o no, è
una specie sociale o no, e così via.
In 10 anni di esperienza mi è capitato
spessissimo di formare neo-falconieri. Molte
delle persone che mi hanno contattato spesso si
sono lamentate del fatto che le era stato
suggerito di “comprarsi un pappagallo”. In
questo suggerimento, purtroppo, c’è una verità
molto importante: se non avete mai avuto
possibilità di gestire un animale in cattività e
in modo particolare un uccello (canarini,
pappagalli etc.), la strada per diventare
falconieri è molto più lunga. Se rientrate in
questa categoria dei persone, senza esperienze
orniculturistiche, il vostro percorso verso la
falconeria si allunga, ma non è grave. Quindi
prima di acquistare un rapace il mio consiglio è
di cimentarvi nell’allevamento di qualche altra
specie aviare (il pappagallo va benissimo, ma
anche canarini o tortore). Questa esperienza di
base vi darà le conoscenze necessarie per capire
cosa vuol dire gestire un rapace in cattività ed
è un passo che non deve essere saltato!
Dopo questa esperienza che deve durare almeno
1-2 anni, potete iniziare a pensare al vostro
primo rapace. Da questo punto di vista sarà
importantissimo, ovviamente, conoscere a fondo e
perfettamente le tecniche di gestione in
cattività dei rapaci: esigenze climatiche,
alloggiamenti, posatoi, alimentazione,
comportamento dei rapaci in cattività, gestione
alimentare, gestione sanitaria etc.
Adesso avete il vostro primo rapace e sapete
bene come tenerlo in cattività; è quindi
arrivato il momento di iniziare con
l’addestramento. Anche in questo caso mi trovo
costretto a dirvi che è assolutamente
fondamentale conoscere per bene sia l’etologia
generale che sta alla base delle tecniche di
addestramento, sia le tecniche di addestramento
stesse, sia in generale sia applicate ai rapaci.
Esiste una grossa differenza tra il primo rapace
che avrete e che addestrerete e tutti gli altri.
Il primo rapace infatti è un rapace “scuola”,
che garantirà al neofita falconiere la prima
esperienza, che è la base di partenza per i
successivi livelli di addestramento. Il primo
addestramento che un falconiere farà su un
rapace sarà dunque un "addestramento scuola" (ed
il rapace è per questo chiamato "rapace
scuola"): durante questo addestramento il
falconiere imparerà tantissime cose e,
inevitabilmente, commetterà anche molti errori.
Se il rapace “scuola” non viene scelto
oculatamente, gli errori, anche piccoli,
commessi dal falconiere potranno avere
conseguenze anche molto gravi: il rapace può
ammalarsi, scappare o morire.
Testi e foto © by Hyerax (hyerax@gmail.com)
e www.falconeria.info