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 Le specie di rapaci più usate per la falconeria

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1) Falco pellegrino

 

Nome scientifico: Falco peregrinus       

Nome inglese: Peregrine falcon

Nome spagnolo: Halcón Peregrino

Nome tedesco: Wanderfalken

Nome francese: Faucon pèlerin

Categoria: Alto volo (Longwings)

Peso: M: 400-800 gr; F: 600-1500 gr (in base alle sottospecie)

Lunghezza: M: 38-42 cm; F 40-48 cm

Apertura alare: 80-110 cm

Sottospecie: Nel nord Italia la sottospecie tipica è il Falco peregrinus peregrinus, tipica di tutta l'Europa occidentale; nel sud Italia e principalmente nelle isole vive un'altra sottospecie, il Falco peregrinus brookei, più piccola e più rossiccia-scura; la sottospecie F. peregrinus calidus invece (tipica del Nord Europa) arriva in Italia solo durante lo svernamento ed è la sottospecie più grossa di Pellegrino, insieme alla ssp pealei del Nord America. In falconeria purtroppo è molto difficile trovare individui puri, e spesso risulta alquanto difficile capire la sottospecie di un dato individuo a causa delle numerose ibridazioni intraspecifiche che vengono fatte dagli allevatori; inoltre è da considerare che anche in natura è difficile spesso distinguere una sottospecie dall'altra, poichè non esiste una demarcazione netta dei loro areali e dunque si creano delle zone dette "di transizione" dove gli individui sono degli ibridi naturali (e dunque delle vie di mezzo) tra due diverse sottospecie.

Distribuzione in natura: Il Pellegrino vive praticamente in tutto il globo ad eccezione dei poli e di pochissime altre aree.

Uso in falconeria:Viene usualmente fatto valare praticamente a tutte le prede tipiche della caccia di alto volo quali corvidi (gazze, taccole corvi), tetraonidi ( starne, fagiani, pernici,), beccacce, ed anatidi. Sin dalle origini della falconeria comunque i falconieri hanno visto nella "Red grouse" la preda prediletta dal pellegrino addestrato. Ben adattato ai cambi climatici, esso si esprime al massimo nella caccia d’alto volo in giornate ventose e fredde e grazie alla sua coda corta ed alla notevole apertura alare potrà effettuare degli spettacolari voli.

I Pellegrini maschi (terzuoli) sono maestri di agilità e di velocità. Essi sono meglio sfruttabili per la caccia a prede più piccole. I maschi sono molto efficienti con le pernici e con le gazze mentre i corvi e le cornacchie vengono lasciati alle più potenti femmine (dette falconi).

Il suo facile addestramento, le sue notevoli performances , la velocità e lo stile sul campo ne hanno fatto il rapace preferito nella falconeria per vari centenni; anche oggi penso non ci sia falconiere che non possegga, o abbia volato uno o più pellegrini nella sua carriera. Ma possono essere usati solo falchi nati in cattività da almeno due generazioni (F2). Questo il motivo per cui ritengo sia importante che ogni falconiere, che ne abbia la possibilità e la voglia, si accinga alla propagazione in cattività di tale falco. Ciò permetterà di avere sempre a disposizione uno stock di rapaci con i quali sostituire eventuali perdite, selezionare individui particolarmente capaci nella caccia, e recuperare le spese di mantenimento. Magari molti avranno provato la riproduzione in cattività ma, rimasti delusi dai primi tentativi, hanno rinunciato.

Allora la prima regola per chi si accinge a questo allevamento è non perdersi mai d’animo e avere molta pazienza: conosco persone che hanno avuto la nascita dei primi pulcini da una coppia formata già da 5 o 6 anni, benché la maturità venga raggiunta a 2-3 anni di età (ciò si spiega perché gli esemplari hanno avuto bisogno di molto tempo per adattarsi a dovere alla vita in voliera).

Per chi ha serie intenzioni di praticare la riproduzione in cattività dei falconi (e dei rapaci in generale) inoltre è di enorme importanza fare tesoro delle esperienze e delle tecniche sviluppate in decenni di studi da parte di centinaia di persone in tutto il mondo: tali informazioni sono state pubblicate su libri ed articoli che dunque bisogna tenere sempre presenti. Non pensate egoisticamente di poter fare tutto da soli e di potere risolvere tutto con la sola esperienza: alcune tecniche non le scoprirete mai da soli neanche in 50 anni di pratica!

 

Falco pellegrino (Falco peregrinus) maschio adulto, ssp peregrinus

 

 

2) Lanario

Nome scientifico: Falco biarmicus

Nome inglese: Lanner falcon

Nome spagnolo: Halcón Borní

Nome tedesco: Lannerfalke

Nome francese: Faucon lanier

Categoria: Alto volo (Longwings)

Peso: molto variabile si va dai 450 gr dei piccoli maschi agli oltre 800 gr delle grosse femmine

Lunghezza: 34-50 cm

Apertura alare: 90-115 cm

Sottospecie: La sottospecie Falco biarmicus feldeggii vive in Italia meridionale e centrale, fino all'Emilia Romagna. Il resto dell'areale mondiale della specie è occupato da altre 4 sottospecie (erlangeri, biarmicus, tanypterus, abyssinicus).

Distribuzione in natura: Africa, Italia, Medio Oriente

Uso in falconeria: Alcuni falconieri consigliano ai giovani neofiti di iniziare a farsi le ossa con un maschietto di lanario. Questo è, secondo me, un cattivo consiglio ed il motivo, sinteticamente, è dovuto al fatto che il lanario, ed in particolare il maschio, è un rapace troppo piccolo che non resisterebbe ad un eventuale errore di gestione del peso che il neofita potrebbe facilmente commettere, a ciò si aggiunge anche il fatto che il Lanario è un Falco d'alto volo e dunque estremamente rapido e veloce, anche in questo caso, dunque, un errore nell'addestramento, porterebbe ad una facile perdita del rapace. Per i falconieri già esperienti il Lanario è invece un ottimo rapace, perfettamente adattato ai nostri ambienti e soprattutto al clima caldo mediterraneo dell'Italia meridionale. Non è veloce ed "altano" come il Falco pellegrino e si pone nel mezzo tra il Pellegrino ed il Sacro in quanto a "contatti col suolo": il Lanario infatti riesce a ghermire le prede tanto in volo quanto al suolo, a differenza del Pellegrino. La sua modesta taglia e la sua moderata velocità di picchiata non consentono di usarlo per la caccia di grosse prede quali anatre e fagiani; il Lanario si adatta meglio a prede alate di media dimensione come le Starne e le Pernici.

 

Lanario (Falco biarmicus), maschio adulto ssp feldeggii

 

 

 

3) Falco Sacro

Nome scientifico: Falco cherrug

Nome inglese: Saker falcon

Nome spagnolo: Halcón Sacre

Nome tedesco: Würgfalke

Nome francese: Faucon sacre

Categoria: Alto volo (Longwings)

Peso: Esiste una notevolissima variabilità di peso all'interno della specie Falco cherrug, si va dalle razze più piccole con maschi che pesano circa 700 gr alle grosse femmine delle razze più grandi (e costose) che possono superare il Kg di peso (ssp altaicus)

Lunghezza: 45-55 cm

Apertura alare: 102-126 cm

Sottospecie: secondo alcuni  autori il Falco sacro non ha sottospecie ben definite, come del resto viene confermato dagli ultimi studi genetici. Secondo altri autori, e molti falconieri esisterebbe una sottospecie Falco cherrug altaicus di dimensioni maggiori rispetto alle altre popolazioni.

Distribuzione in natura: Paleartico orientale, steppe russe e asiatiche

Uso in falconeria: Il Falco Sacro è, dopo il Girfalco, il secondo più grosso rappresentante del genere Falco. Esiste una notevole variabilità nei Falchi sacri, sia in natura che in cattività. In modo particolare in cattività alcuni esperti riproduttori hanno selezionato dei ceppi di Sacro particolarmente grossi (ed anche esteticamente molto belli, perchè molto scuri): le femmine di questi ceppi possono raggiungere pesi eccezionali molto vicini al Girfalco, e, ovviamente anche prezzi da capogiro. Il Sacro si colloca al terzo posto in quanto a "contatti col suolo", è infatti capace, allo stesso modo, di ghermire e catturare prede tanto in volo quanto a terra, infatti viene utilizzato (ed è l'unico falcone ad essere usato a questo scopo) anche per la caccia al pelo, per esempio per la caccia ai conigli. Anticamente i falconieri arabi usavano i falchi sacri addirittura per catturare le gazzelle: questi rapaci seguivano un addestramento molto particolare, durante il quale veniva loro insegnato a mangiare nelle orbite delle gazzelle, così da accecarle e poterle quindi "fermare" in attesa dell'arrivo del falconiere. Sacro e Girfalco sono specie filogeneticamente molto imparentate, infatti si parla spesso, nel gergo scientifico, di "superspecie": ciò è confermato dal fatto che gli ibridi tra Girfalco e Sacro sono molto fertili e dunque consentono di ottenere anche ibridi di seconda e terza generazione. A differenza del Lanario e del Pellegrino, il Sacro si distingue per il possedere una coda relativamente lunga, che gli permette di manovrare molto bene a bassa quota, vicino al suolo, ed a basse velocità. Sono rapaci che si addestrano molto bene al logoro e lo inseguono con molta tenacia.

 

Falco sacro (Falco cherrug), maschio adulto

 

 

 

4) Girfalco

Nome scientifico: Falco rusticolus

Nome inglese: Gyrfalcon

Nome spagnolo: Halcón Gerifalte

Nome tedesco: Gerfalke

Nome francese: Faucon gerfaut

Categoria: Alto volo (Longwings)

Peso: M 1,1 kg; F 1,55 Kg

Lunghezza: 55 cm

Apertura alare: 145 cm

Sottospecie: Non sono attualmente riconosciute delle sottospecie di Girfalco, ma solo delle fasi di colore che vanno dal bianco al nero passando per delle forme grige, in funzione della latitudine. In alcune zone si ibrida in natura con il Falco sacro, con cui forma una Superspecie (Del Hoyo, 2004).

Distribuzione in natura: Emisfero settentrionale, dalla Groenlandia alla Siberia e Canada settentrionale.

Uso in falconeria: E' il falco più blasonato della falconeria, e quello che mantiene ancora il più alto valore economico; famosi sono i Girfalchi bianchi della Groenlandia che sono particolarmente ricercati sia per la loro immensa mole (sono i Falchi più grossi che esistano) che per il loro colore totalmente bianco e dunque particolarmente bello. Il costo dei girfalchi puri bianchi attualmente si aggira tra le 10 e le 15 mila euro. Viene utilizzato molto dagli arabi per la caccia alle Hubara ma è ottimo anche nella caccia alle lepri e alle anatre. Essendo un animale del nord non è adatto a climi troppo caldi.

 

Femmina adulta di Girfalco (Falco rusticolus) in fase bianca

 

 

 

5) Gheppio comune

Nome scientifico: Falco tinnunculus

Nome inglese: Common Kestrel (o Eurasian kestrel)

Nome spagnolo: Cernícalo Vulgar

Nome tedesco: Turmfalke

Nome francese: Faucon crécerelle

Categoria: Alto volo (Longwings)

Peso: M: 113-160 gr; F: 150-271 gr

Lunghezza: 32-25 cm

Apertura alare: 71-80 cm

Sottospecie:

Distribuzione in natura: E' un piccolo rapace molto diffuso in tutta Italia e tutto il Paleartico Occidentale.

Uso in falconeria: Diversi autori (Ford, Beebe ecc) dicono che i Gheppi, ed in particolar modo, il Gheppio comune (Falco tinnunculus) sono il falco ideale per il falconiere novizio. Il Gheppio americano (Falco sparverius) in Nord America viene considerato un ideale sostituto del gheppio comune ed il suo uso viene raccomandato ai neofiti (Beebe and Webster 1964). E quando negli USA sono state promulgate le leggi riguardanti la falconeria (nel 1976), il gheppio comune è stato inserito come il terzo rapace consentito assieme alla Poiana codarossa (Buteo jamaicensis) e al Buteo lineatus. Ma ci si accorse presto, con l'esperienza, che effettivamente i gheppi non sono i rapaci ideali da consigliare ai neofiti, e questo soprattutto a causa della loro minuscola mole, visto che la diminuzione del margine d'errore consentito scala progressivamente con la dimensione del rapace utilizzato (sia in termini di controllo del peso sia in termini di dimensioni degli equipaggiamenti utilizzati). Ed infatti alcuni gruppi di falconieri si sono adoperati in Nord America per far cancellare il gheppio americano dalla lista dei rapaci utilizzabili per falconeria (nel 1992). E questo è soprattutto valido se è disponibile una specie ben più robusta come la poiana codarossa. Sul fatto che la mortalità dei gheppi usati in falconeria sia superiore a quella delle grosse poiane, si può avere una conferma andando ad analizzare i vari reports delle associazioni di falconeria e le statistiche dei veterinari. Da questa analisi statistica è risultato che la mortalità dei Gheppi americani è stata del 7,7% rispetto al 4,3% della mortalità delle poiane codarossa. In poche parole la mortalità dei gheppi è stata doppia rispetto a quella delle poiane codarossa (soprattutto se questo dato viene confrontato con la mortalità naturale delle due specie, che risulta essere identica, rispettivamente 67% nei gheppi americani selvatici e 64% nelle poiane codarossa selvatiche). La conclusione è quindi che i gheppi sono effettivamente una specie moolto difficile da gestire in falconeria rispetto alla poiana codarossa per i neofiti e ciò è dimostrato da una elevata frequenza di mortalità in cattività. Si è facilmente portati a pensare che il Gheppio sia il miglior rapace per un neofita, perchè è piccolo ed economico: non c'è niente di più sbagliato! questo bellissimo falchetto è troppo piccolo per poter sopportare gli errori di gestione di peso e fame che un neofita potrebbe facilmente compiere, e perirebbe con molta facilità. Se volete operare nella maniera più corretta, il rapace migliore per iniziare resta sempre la poiana di Harris. Un falconiere che ha già esperienza può addestrare il gheppio senza particolari problemi. Purtroppo questo falchetto è una specie poco considerata dai falconieri moderni in quanto non è un predatore estremamente attivo ed efficace e gli si preferisce il Gheppio Americano, molto più veloce ed ottimo cacciatore, molto simile allo Sparviere nello stile di caccia (infatti viene anche chiamato Sparrowhawk nei vecchi testi scientifici americani). Si può facilmente capire questa sua scarsa propensione se si analizza la sua alimentazione allo stato selvatico: il Gheppio comune si nutre, in natura, soprattutto di invertebrati e piccoli mammiferi (micromammiferi come i toporagni e le arvicole) e molto di rado caccia altri uccelli. In compenso è una specie molto facile da riprodurre in cattività e dunque il suo prezzo di mercato è relativamente basso. Un buon falconiere, comunque, può facilmente addestrare ed utilizzare il Gheppio comune per la caccia alle quaglie, tortore e piccoli passeriformi.

 

Gheppio (Falco tinnunculus), maschio giovane

 

 

6) Gheppio americano

Nome scientifico: Falco sparverius

Nome inglese: American kestrel

Nome spagnolo:

Nome tedesco:

Nome francese:

Categoria: Alto volo (Longwings)

Peso: M: 80-100 gr. F: 120 gr

Lunghezza: 18-24 cm

Apertura alare: 30-35 cm

Sottospecie:

Distribuzione in natura: Nord America

Uso in falconeria: Il Gheppio Americano è il più piccolo componente del genere Falco. E' un rapace americano che non rientra nella lista dei rapaci classicamente usati in falconeria, ma, da quando la falconeria si  diffusa negli ultimi decenni in Nord America esso viene utilizzato sempre di più dai falconieri esperti e viene anche consigliato come falco per i neofiti; in Europa sono state importate diverse coppie che hanno consentito la diffusione di questa specie anche tra i falconieri europei dove viene spesso preferito al Gheppio comune, in quanto più agile e più veloce in volo, quindi più adatto alla cattura di prede selvatiche. Le sue prede, in falconeria, sono costituite da piccoli uccelli di taglia variabile dalle dimensioni di un passero fino al merlo o la quaglia. E' un eccezionale volatore e si comporta quasi come uno Sparviere. Pur essendo di mole molto piccola e dunque molto delicato è però ben più facile da gestire rispetto ad uno Sparviere, sebbene, quest'ultimo, offra delle performance di caccia e di volo, un pò superiori. Vista, comunque, la minuscola mole, il Gheppio americano è assolutamente sconsigliabile come primo rapace per un neofita.

 

Femmina adulta di Gheppio americano (Falco sparverius)

 

 

 

7) Smeriglio

Nome scientifico: Falco columbarius

Nome inglese: Merlin

Nome spagnolo: Esmerejón

Nome tedesco: Merlin

Nome francese: Faucon émerillon

Categoria: Alto volo (Longwings)

Peso: M: 150 gr; F: 255 gr

Lunghezza: 20-30 cm

Apertura alare: 50-62 cm

Sottospecie:

Distribuzione in natura: Europa e Nord America

Uso in falconeria: Di dimensione molto simile a quella del Gheppio comune, lo Smeriglio è molto più "nobile" secondo la terminologia dei falconieri: è infatti un cacciatore molto più attivo ed efficiente, infatti anche in natura la sua alimentazione si basa soprattutto su uccelli di piccola e media taglia. E' un ottimo volatore, agilissimo ed estremamente veloce, che riesce a dare sicuramente delle ottime soddisfazioni. Il problema è che questo piccolo falco è estremamente delicato, e non solo per la sua piccola mole, ma anche per una sua "delicatezza innata" che lo rende particolarmente suscettibile, in cattività, a tutta una serie di patologie mortali o estremamente dannose. Anche la sua riproduzione in cattività dà diversi problemi, è dunque molto difficile da reperire e costoso. Tutti questi motivi hanno fatto letteralmente scomparire lo Smeriglio dalla falconeria moderna, almeno in Italia. Nella falconeria classica veniva molto usato per la famosa caccia alle allodole.

 

 

Maschio adulto di Smeriglio (Falco columbarius)

 

 

8) Astòre

Nome scientifico: Accipiter gentilis

Nome inglese: Goshawk

Nome spagnolo: Azor Común

Nome tedesco: Habicht

Nome francese: Autour des palombes

Categoria: Basso volo (Shortwings)

Peso: M: 570-700 gr; F: 600-1300 gr

Lunghezza: 48-58 cm

Apertura alare: 135-165 cm

Sottospecie:

Distribuzione in natura: Europa e Nord America, molta parte dell'Asia

Uso in falconeria: L'Astòre ha la reputazione di essere il più veloce e micidiale rapace di cui i falconieri possano disporre. Purtroppo non è un rapace "facile" per via del suo particolare temperamento comportamentale e della sua enorme variabilità comportamentale: per ogni Astore "buono" ne sono stati scartati almeno altri 3. Conosco decine di falconieri che sono rimasti delusi dal loro primo Astòre, e la causa è proprio questa sua grande variabilità comportamentale: un astore "buono" è un astore non esageratamente nervoso, abbastanza mansueto, che non si dibatte troppo sul pugno e che si fa "maneggiare" ed addestrare correttamente. Ma spesso capitano, purtroppo, degli Astori particolarmente nervosi, o viziati, o "selvatici" molto difficili da addomesticare, ammansire e addestrare. Un buon Astore in mano ad un buon falconiere, comunque, darà dei risultati eccellenti nella caccia vera a prede selvatiche. Uno dei punti chiave nella preparazione dell'Astore alla caccia è il muscolamento e la fitness, che in questi rapaci è particolare: essi non necessitano di una grande resistenza alla fatica, tutta la loro forza sta nello sprint iniziale, e bisogna dunque allenarli per questo tipo di prestazione fisica. I maschi di Astore sono notevolmente più piccoli delle femmine (circa il 30% più piccoli) e sono più adatti a prede di piccola mole (molti falconieri li usano con successo nella caccia ai Corvidi), le femmine invece, che possono arrivare a pesare anche 1200 gr  in peso di volo, sono più idonee a prede di maggiori dimensioni; sia il maschio che la femmina dell'Astore, pur trattandosi di un rapace di Basso volo, sono in grado di cacciare tanto le prede alate quanto quelle terricole; il loro range di prede è dunque molto vasto e va dalle Starne fino ai Fagiani, Conigli e Lepri. In se stesso l'addestramento dell'Astore non è difficoltoso: è un animale così istintivo ed impulsivo e così "predatore" che si lascia condizionare molto facilmente. I problemi invece risiedono nella sua gestione generale, sia a casa, sia durante l'addestramento, l'allenamento e la caccia vera e propria. Per questi motivi l'Astore è assolutamente sconsigliabile ad un neofita, che deve prima fare un pò di gavetta con un rapace scuola come l'Harris. Vorrei ricordare, in fine, che l'Astore è una macchina da caccia, e non è possibile utilizzarlo per la pratica della falconeria alternativa, se si vuole avere un Astore addestrato, esso deve essere addestrato alla caccia.

 

 

Astore (Accipiter gentilis), femmina adulta

 

 

 

9) Sparviere

Nome scientifico: Accipiter nisus

Nome inglese: Sparrowhawk

Nome spagnolo: Gavilán Común

Nome tedesco: Sperber

Nome francese: Épervier d'Europe

Categoria: Basso volo (Shortwings)

Peso: 110-300 gr

Lunghezza: 27-37 cm

Apertura alare: 55-70 cm

Sottospecie:

Distribuzione in natura: Tutto il Paleartico Occidentale

 

Uso in falconeria: Lo Sparviere è forse il rapace più difficile che un falconiere possa incontrare. E' già chiaro che un neofita non può pretendere di addestrare correttamente ed ottenere buoni risultati a caccia con un Astòre se prima non si è fatto le ossa con un rapace scuola come l'Harris; a questo aggiungiamo adesso che, un falconiere non può pretendere di addestrare bene uno Sparviere se prima non si sarà fatto le ossa con l'Astore. Lo Sparviere è un Astore in miniatura, e nel suo addestramento e nella sua gestione in cattività, alle difficoltà tipiche che si incontrano con un Astore bisogna aggiungere le difficoltà additive causate dalla minuscola mole dello Sparviere. Gli Sparviere sono rapaci estremamente delicati, sia dal punto di vista fisico che da un punto di vista patologico. Il controllo del peso deve essere estremamente fine e preciso, uno moschetto (termine che nel gergo tecnico della falconeria indica il maschio di Sparviere) ha una autonomia energetica di poche ore: se si compie un errore alimentare durante il controllo del peso e si ritarda anche di sole 2 ore a dare da mangiare al rapace, esso avrà un calo di zuccheri con relativo coma e morte, e di questi casi, vi garantisco, esiste una enorme casistica.

Gli Sparvieri, sono, dunque, molto difficili da riprodurre in cattività, ancora più difficili degli Astori, anche in questo caso, a causa della loro piccola mole che li rende molto delicati: i loro prezzi sono sempre alle stelle, la reperibilità è minima (dovuta anche alle difficoltà di trasporto o spedizione di animali così piccoli a lunghe distanze).

Ma lo Sparviere, in mani esperte, è un cacciatore eccezionale, ha una velocità, uno spunto, un' impeto nella caccia che forse nessun altro rapace possiede, eccetto l'Astore che si avvicina. Viene usato per catturare prede alate di piccola taglia (dai passeri alle quaglie), ma con garanzie di successo molto elevate rispetto ad altri rapaci utilizzati per la caccia delle stesse prede.

 

 

Femmina adulta di Sparviere (Accipiter nisus)

 

 

 

10) Poiana di Harris

 

Nome scientifico: Parabuteo unicinctus

Nome inglese: Harris Hawk

Nome spagnolo: Aguila de Harris

Nome tedesco:

Nome francese:

Categoria: Basso volo (Broadwings)

Peso: M: 500-700 gr; F: 600-1000 gr (variabile in base alla ssp)

Lunghezza: 485-535 mm

Apertura alare: 100-120 cm

Sottospecie: Sono note tre sottospecie: 1) Parabuteo unicinctus unicinctus: è la sottospecie più piccola ed è riconoscibile nel piumaggio adulto per gli orli di color crema nella coda. 2) Parabuteo unicinctus harrisi: confrontata con la ssp precedente ha, da adulto, un torace con penne molto più scure.
3) Parabuteo unicinctus superior: è invece la sottospecie più grossa fra le 3 e può essere distinta (anche se non sempre...) grazie a questa sua caratteristica. E' anche la sottospecie più ricercata dai falconieri proprio per la sua mole (ed il suo costo è anche più elevato, di conseguenza).

Distribuzione in natura: Nord e Sud America (con 3 ssp)

Uso in falconeria: L'Harris è arrivato in Europa all'inizio degli anni 80, e si è subito diffuso enormemente soprattutto in Inghilterra, dove, negli anni successivi, si è registrata una vera e propria esplosione di richieste. In Italia i primi Harris si sono visti negli anni 90, e il fenomeno ha avuto lo stesso trend inglese, inizialmente pochi Harris in giro e man mano che veniva conosciuto e apprezzato le richieste aumentavano fino a raggiungere il culmine proprio in questi ultimi anni. I motivi che hanno reso questa specie così famosa, conosciuta e ricercata sono i seguenti: multifunzionalità, facilità di allevamento e gestione, adattabilità, buon temperamento, grande intelligenza e facilità di addestramento; l'Harris viene considerato un ottimo cacciatore da moltissimi falconieri che riescono ad ottenere con questa specie dei risultati strabilianti (caccia ai Corvidi, anatre e acquatici, lepri, conigli e fagiani) ma risulta quasi indispensabile anche come rapace scuola, e come rapace principale per il bird-control e le dimostrazioni di falconeria grazie alle sue straordinarie capacità di volo e manovra anche in spazi molto ristretti. La scelta migliore per il neofita è, come si è già anticipato, un giovane Harris imprintato correttamente. Il principiante però deve porre particolare attenzione nel maneggiare il suo primo Harris, soprattutto durante le fasi di contenimento per il montaggio dell'armatura, in quanto le ossa dei giovani rapaci sono ancora molto delicate e non si sono indurite sufficientemente, si rischierebbe quindi di provocare qualche frattura all'animale se viene contenuto in maniera troppo violenta.

 

 

Femmina giovane di Poiana di Harris (Parabuteo unicinctus)

 

 

11) Poiana codarossa

Nome scientifico: Buteo jamaicensis

Nome inglese: Red-tailed Hawk

Nome spagnolo: Aguila Colaroja

Nome tedesco:

Nome francese:

Categoria: Basso volo (Broadwings)

Peso: M: 880-1000 gr; F: 1250-1500 gr

Lunghezza: 48-63.5 cm

Apertura alare: 170 cm

Sottospecie: Sono conosciute 17 sottospecie, ma solo alcune sono comuni in cattività: la ssp harlani è sicuramente la più famosa, perchè è la più scura.

Distribuzione in natura:  Nord America e Canada

Uso in falconeria: Negli USA la poiana codarossa è il rapace più comunemente utilizzato dai neofiti, ma non si pensi che sia un rapace molto adatto per iniziare con la falconeria. Negli USA ogni neofita è obbligato dalla legge a imparare per 2 anni seguendo un falconiere maestro, ed inoltre, è legalmente possibile usare Poiane codarossa di cattura, per cui se la poiana scappasse non sarebbe una grande perdita economica, inoltre se l'animale non risultasse adatto potrebbe essere facilmente sostituito catturandone un altro, ed ancora, ulteriore vantaggio è dovuto al fatto che le poiane codarossa, come tutti i rapaci, di cattura sono già degli esperti cacciatori. Le Codarossa nate in cattività invece possono sicuramente diventare ottimi rapaci da caccia ma ciò richiede mani esperte e molta buona tecnica, che un neofita non può sicuramente possedere. Se bene addestrate le codarossa possono catturare un'ampia varietà di prede anche grazie alla loro mole e potenza: dai fagiani alle lepri, conigli ed anatre. La codarossa è consigliabile come secondo rapace, dopo avere fatto "gavetta" con un Harris. Sono rapaci possenti e di grossa mole e, per questo, il controllo del peso non è molto semplice. Per ottenere una buona codarossa cacciatrice la chiave di tutto è sicuramente la fitness e l'allenamento. E' consigliabile far conoscere da subito al rapace un ampio range di prede, altrimenti, abituandolo ad un solo tipo di preda, si rischia in futuro che esso non accetti le altre. Generalmente le migliori codarossa sono quelle che hanno superato i 2 anni di caccia a fianco del falconiere. L'ideale sarebbe insegnare alla codarossa a praticare il volo d'attesa (“waiting flight”) volando sopra la testa del falconiere con il classico volo planato delle codarossa selvatiche.

 

 

Poiana codarossa (Buteo jamaicensis), femmina adulta

 

 

 

12) Poiana comune

Nome scientifico: Buteo buteo

Nome inglese: Common buzzard

Nome spagnolo: Busardo Ratonero

Nome tedesco: Mäusebussard

Nome francese: Buse variable

Categoria: Basso volo (Broadwings)

Peso: M: 780 g   F: 1000 g

Lunghezza: 54 cm

Apertura alare: 120 cm

Sottospecie:

Distribuzione in natura: Eurasia

Uso in falconeria: Nella falconeria classica la Poiana comune non veniva molto considerata, poichè non è un predatore attivo e veloce, in natura infatti preferisce alimentarsi su piccoli roditori, rettili, grossi insetti, animali feriti e carogne. In Falconeria il suo uso si è diffuso solo qualche decennio fa, soprattutto in Inghilterra, dove viene ritenuto un ottimo rapace per i neofiti, e dove viene utilizzato per la caccia ai Lagomorfi (Lepri e Conigli) con buon successo, anche usando il furetto. Resta comunque una specie poco usata e per questo motivo risulta anche piuttosto difficile da trovare in cattività, poichè il numero di allevatori è molto basso. In Italia ho conosciuto dei bravi falconieri che hanno ottenuto eccellenti risultati con la Poiana comune sia nelle dimostrazioni di falconeria che nella caccia. E' veramente un peccato che questa specie non sia molto diffusa e sono del parere che invece se ne dovrebbe incoraggiare l'uso nella falconeria moderna, come buon sostituto della Poiana di Harris, almeno per i neofiti.

 

 

Femmina adulta di Poiana comune (Buteo buteo)

 

 

Gli Ibridi

La falconeria moderna ha arricchito il parco dei rapaci utilizzati anche con esemplari creati "artificialmente" in cattività: gli ibridi. Durane il periodo di sperimentazione delle tecniche di riproduzione in cattività dei rapaci al Peregrine Fund allo scopo di salvare il Falco pellegrino dall'estinzione, infatti, si è sperimentata la tecnica dell'inseminazione artificiale sui Falchi, e si è così ottenuto il primo ibrido artificiale (Girfalco x Pellegrino). Successivamente le tecniche di inseminazione artificiale sono state ulteriormente migliorate (con l'uso delle tecniche cooperative) e si sono diffuse anche tra gli allevatori amatoriali, sia in Nord America che in Europa. Intanto l'idea di produrre falchi ibridi ha preso piede, l'obiettivo era quello di selezionare nuove "specie" di rapaci migliori rispetto alle specie pure per velocità e/o potenza e/o adattabilità a climi diversi; nacque così la moda dei rapaci ibridi, ancora oggi molto diffusa sebbene molti falconieri dopo averli provati abbiano preferito ritornare alla purezza e alcuni Paesi o associazioni di falconeria (in Germania, per esempio) si sono autoregolamentate a favore delle specie pure, vietando gli ibridi.

Il motivo principale che ha indotto a produrre rapaci ibridi è stato quello di tentare di unire le caratteristiche vantaggiose di due specie in un unico esemplare: per esempio, ibridando il girfalco con il pellegrino si potrebbe ottenere un ibrido gir/pellegrino grosso e potente come il girfalco e veloce e agile come il pellegrino, almeno secondo la teoria...nella pratica però accade che 1) come non tutte le ciambelle escono col buco, anche gli ibridi non è detto che prendano le caratteristiche positive dalle specie di origine! così può nascere un gir/pellegrino piccolo come un pellegrino e poco agile come un girfalco 2) L'agilità e la velocità del pellegrino derivano da alcune sue caratteristiche fisiche (rapporto di forma alare e durezza del piumaggio per esempio) che nell'ibrido, in quanto tale, si perdono inevitabilmente o comunque vengono modificate, quindi è impossibile che un ibrido gir/pellegrino, pur ben riuscito riesca ed essere tanto agile e veloce quanto un pellegrino puro, sebbene la sua massa maggiore lo favorisca nella picchiata. L'unica reale motivazione, secondo me, nella produzione di ibridi, potrebbe essere quella di ottenere individui bene adattati a climi differenti: gli Arabi, per esempio, amano cacciare ancora le Hubara con i grossi falconi, e un tempo usavano per questo scopo i Girfalchi bianchi (la razza più grossa di tutto il genere Falco), ma i Girfalchi bianchi sono adattati a climi estremamene freddi e dunque non resistono molto nei climi aridi dei deserti arabi; un ibrido gir/sacro ben riuscito potrebbe mantenere la dimensione e il colore quasi bianco del Girfalco e allo stesso tempo essere fisiologicamente più adattato anche a climi aridi (come lo è il Falco sacro).

 

 

Femmina giovane di ibrido girfalco x sacro, in fase chiara

 

 

 

Testi e foto © by Hyerax (hyerax@gmail.com) e www.falconeria.info

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