Nome scientifico: Falco peregrinus
Nome inglese: Peregrine falcon
Nome spagnolo: Halcón Peregrino
Nome tedesco: Wanderfalken
Nome francese: Faucon pèlerin
Categoria: Alto volo (Longwings)
Peso: M: 400-800 gr; F: 600-1500 gr (in base
alle sottospecie)
Lunghezza: M: 38-42 cm; F 40-48 cm
Apertura alare: 80-110 cm
Sottospecie: Nel nord Italia la sottospecie
tipica è il Falco peregrinus peregrinus, tipica
di tutta l'Europa occidentale; nel sud Italia e
principalmente nelle isole vive un'altra
sottospecie, il Falco peregrinus brookei,
più piccola e più rossiccia-scura; la
sottospecie F. peregrinus calidus invece
(tipica del Nord Europa) arriva in Italia solo
durante lo svernamento ed è la sottospecie più
grossa di Pellegrino, insieme alla ssp pealei
del Nord America. In falconeria purtroppo è
molto difficile trovare individui puri, e spesso
risulta alquanto difficile capire la sottospecie
di un dato individuo a causa delle numerose
ibridazioni intraspecifiche che vengono fatte
dagli allevatori; inoltre è da considerare che
anche in natura è difficile spesso distinguere
una sottospecie dall'altra, poichè non esiste
una demarcazione netta dei loro areali e dunque
si creano delle zone dette "di transizione" dove
gli individui sono degli ibridi naturali (e
dunque delle vie di mezzo) tra due diverse
sottospecie.
Distribuzione in natura: Il Pellegrino vive
praticamente in tutto il globo ad eccezione dei
poli e di pochissime altre aree.
Uso in falconeria:Viene usualmente fatto valare
praticamente a tutte le prede tipiche della
caccia di alto volo quali corvidi (gazze,
taccole corvi), tetraonidi ( starne, fagiani,
pernici,), beccacce, ed anatidi. Sin dalle
origini della falconeria comunque i falconieri
hanno visto nella "Red grouse" la preda
prediletta dal pellegrino addestrato. Ben
adattato ai cambi climatici, esso si esprime al
massimo nella caccia d’alto volo in giornate
ventose e fredde e grazie alla sua coda corta ed
alla notevole apertura alare potrà effettuare
degli spettacolari voli.
I
Pellegrini maschi (terzuoli) sono maestri di
agilità e di velocità. Essi sono meglio
sfruttabili per la caccia a prede più piccole. I
maschi sono molto efficienti con le pernici e
con le gazze mentre i corvi e le cornacchie
vengono lasciati alle più potenti femmine (dette
falconi).
Il
suo facile addestramento, le sue notevoli
performances , la velocità e lo stile sul campo
ne hanno fatto il rapace preferito nella
falconeria per vari centenni; anche oggi penso
non ci sia falconiere che non possegga, o abbia
volato uno o più pellegrini nella sua carriera.
Ma possono essere usati solo falchi nati in
cattività da almeno due generazioni (F2).
Questo il motivo per cui ritengo sia importante
che ogni falconiere, che ne abbia la possibilità
e la voglia, si accinga alla propagazione in
cattività di tale falco. Ciò permetterà di avere
sempre a disposizione uno stock di rapaci con i
quali sostituire eventuali perdite, selezionare
individui particolarmente capaci nella caccia, e
recuperare le spese di mantenimento. Magari
molti avranno provato la riproduzione in
cattività ma, rimasti delusi dai primi
tentativi, hanno rinunciato.
Allora la prima regola per chi si accinge a
questo allevamento è non perdersi mai d’animo e
avere molta pazienza: conosco persone che hanno
avuto la nascita dei primi pulcini da una coppia
formata già da 5 o 6 anni, benché la maturità
venga raggiunta a 2-3 anni di età (ciò si spiega
perché gli esemplari hanno avuto bisogno di
molto tempo per adattarsi a dovere alla vita in
voliera).
Per chi ha serie intenzioni di praticare la
riproduzione in cattività dei falconi (e dei
rapaci in generale) inoltre è di enorme
importanza fare tesoro delle esperienze e delle
tecniche sviluppate in decenni di studi da parte
di centinaia di persone in tutto il mondo: tali
informazioni sono state pubblicate su libri ed
articoli che dunque bisogna tenere sempre
presenti. Non pensate egoisticamente di poter
fare tutto da soli e di potere risolvere tutto
con la sola esperienza: alcune tecniche non le
scoprirete mai da soli neanche in 50 anni di
pratica!
Falco pellegrino (Falco
peregrinus) maschio adulto, ssp
peregrinus |
Nome scientifico: Falco biarmicus
Nome inglese: Lanner falcon
Nome spagnolo: Halcón Borní
Nome tedesco: Lannerfalke
Nome francese: Faucon lanier
Categoria: Alto volo (Longwings)
Peso: molto variabile si va dai 450 gr dei
piccoli maschi agli oltre 800 gr delle grosse
femmine
Lunghezza: 34-50 cm
Apertura alare: 90-115 cm
Sottospecie: La sottospecie Falco biarmicus
feldeggii vive in Italia meridionale e centrale,
fino all'Emilia Romagna. Il resto dell'areale
mondiale della specie è occupato da altre 4
sottospecie (erlangeri, biarmicus, tanypterus,
abyssinicus).
Distribuzione in natura: Africa, Italia, Medio
Oriente
Uso in falconeria: Alcuni falconieri consigliano
ai giovani neofiti di iniziare a farsi le ossa
con un maschietto di lanario. Questo è, secondo
me, un cattivo consiglio ed il motivo,
sinteticamente, è dovuto al fatto che il
lanario, ed in particolare il maschio, è un
rapace troppo piccolo che non resisterebbe ad un
eventuale errore di gestione del peso che il
neofita potrebbe facilmente commettere, a ciò si
aggiunge anche il fatto che il Lanario è un
Falco d'alto volo e dunque estremamente rapido e
veloce, anche in questo caso, dunque, un errore
nell'addestramento, porterebbe ad una facile
perdita del rapace. Per i falconieri già
esperienti il Lanario è invece un ottimo rapace,
perfettamente adattato ai nostri ambienti e
soprattutto al clima caldo mediterraneo
dell'Italia meridionale. Non è veloce ed "altano"
come il Falco pellegrino e si pone nel mezzo tra
il Pellegrino ed il Sacro in quanto a "contatti
col suolo": il Lanario infatti riesce a ghermire
le prede tanto in volo quanto al suolo, a
differenza del Pellegrino. La sua modesta taglia
e la sua moderata velocità di picchiata non
consentono di usarlo per la caccia di grosse
prede quali anatre e fagiani; il Lanario si
adatta meglio a prede alate di media dimensione
come le Starne e le Pernici.
Lanario (Falco
biarmicus), maschio adulto ssp
feldeggii |
3) Falco Sacro
Nome scientifico:
Falco cherrug
Nome inglese:
Saker falcon
Nome spagnolo:
Halcón Sacre
Nome tedesco:
Würgfalke
Nome francese:
Faucon sacre
Categoria:
Alto volo (Longwings)
Peso:
Esiste una notevolissima variabilità di peso
all'interno della specie Falco cherrug,
si va dalle razze più piccole con maschi che
pesano circa 700 gr alle grosse femmine delle
razze più grandi (e costose) che possono
superare il Kg di peso (ssp altaicus)
Lunghezza:
45-55 cm
Apertura alare:
102-126 cm
Sottospecie: secondo alcuni autori
il Falco sacro non ha sottospecie ben definite,
come del resto viene confermato dagli ultimi
studi genetici. Secondo altri autori, e molti
falconieri esisterebbe una sottospecie Falco
cherrug altaicus di dimensioni maggiori rispetto
alle altre popolazioni.
Distribuzione in natura: Paleartico
orientale, steppe russe e asiatiche
Uso in falconeria:
Il Falco Sacro è, dopo il Girfalco, il secondo
più grosso rappresentante del genere Falco.
Esiste una notevole variabilità nei Falchi
sacri, sia in natura che in cattività. In modo
particolare in cattività alcuni esperti
riproduttori hanno selezionato dei ceppi di
Sacro particolarmente grossi (ed anche
esteticamente molto belli, perchè molto scuri):
le femmine di questi ceppi possono raggiungere
pesi eccezionali molto vicini al Girfalco, e,
ovviamente anche prezzi da capogiro. Il Sacro si
colloca al terzo posto in quanto a "contatti col
suolo", è infatti capace, allo stesso modo, di
ghermire e catturare prede tanto in volo quanto
a terra, infatti viene utilizzato (ed è l'unico
falcone ad essere usato a questo scopo) anche
per la caccia al pelo, per esempio per la caccia
ai conigli. Anticamente i falconieri arabi
usavano i falchi sacri addirittura per catturare
le gazzelle: questi rapaci seguivano un
addestramento molto particolare, durante il
quale veniva loro insegnato a mangiare nelle
orbite delle gazzelle, così da accecarle e
poterle quindi "fermare" in attesa dell'arrivo
del falconiere. Sacro e Girfalco sono specie
filogeneticamente molto imparentate, infatti si
parla spesso, nel gergo scientifico, di
"superspecie": ciò è confermato dal fatto che
gli ibridi tra Girfalco e Sacro sono molto
fertili e dunque consentono di ottenere anche
ibridi di seconda e terza generazione. A
differenza del Lanario e del Pellegrino, il
Sacro si distingue per il possedere una coda
relativamente lunga, che gli permette di
manovrare molto bene a bassa quota, vicino al
suolo, ed a basse velocità. Sono rapaci che si
addestrano molto bene al logoro e lo inseguono
con molta tenacia.
Falco sacro (Falco
cherrug), maschio adulto |
Nome scientifico:
Falco rusticolus
Nome inglese:
Gyrfalcon
Nome spagnolo:
Halcón Gerifalte
Nome tedesco:
Gerfalke
Nome francese:
Faucon gerfaut
Categoria:
Alto volo (Longwings)
Peso:
M 1,1 kg; F 1,55 Kg
Lunghezza:
55 cm
Apertura alare:
145 cm
Sottospecie:
Non sono attualmente riconosciute delle
sottospecie di Girfalco, ma solo delle fasi di
colore che vanno dal bianco al nero passando per
delle forme grige, in funzione della latitudine.
In alcune zone si ibrida in natura con il Falco
sacro, con cui forma una Superspecie (Del Hoyo,
2004).
Distribuzione in natura:
Emisfero settentrionale, dalla Groenlandia alla
Siberia e Canada settentrionale.
Uso in falconeria:
E' il falco più blasonato della falconeria, e
quello che mantiene ancora il più alto valore
economico; famosi sono i Girfalchi bianchi della
Groenlandia che sono particolarmente ricercati
sia per la loro immensa mole (sono i Falchi più
grossi che esistano) che per il loro colore
totalmente bianco e dunque particolarmente
bello. Il costo dei girfalchi puri bianchi
attualmente si aggira tra le 10 e le 15 mila
euro. Viene utilizzato molto dagli arabi per la
caccia alle Hubara ma è ottimo anche nella
caccia alle lepri e alle anatre. Essendo un
animale del nord non è adatto a climi troppo
caldi.
Femmina adulta di
Girfalco (Falco rusticolus)
in fase bianca |
Nome scientifico:
Falco tinnunculus
Nome inglese:
Common Kestrel (o Eurasian kestrel)
Nome spagnolo:
Cernícalo Vulgar
Nome tedesco:
Turmfalke
Nome francese:
Faucon crécerelle
Categoria:
Alto volo (Longwings)
Peso:
M: 113-160 gr; F: 150-271 gr
Lunghezza:
32-25 cm
Apertura alare:
71-80 cm
Sottospecie:
Distribuzione in natura:
E' un piccolo rapace molto diffuso in tutta
Italia e tutto il Paleartico Occidentale.
Uso in falconeria:
Diversi autori (Ford, Beebe ecc) dicono che i
Gheppi, ed in particolar modo, il Gheppio comune
(Falco tinnunculus) sono il falco ideale
per il falconiere novizio. Il Gheppio americano
(Falco sparverius) in Nord America viene
considerato un ideale sostituto del gheppio
comune ed il suo uso viene raccomandato ai
neofiti (Beebe and Webster 1964). E quando negli
USA sono state promulgate le leggi riguardanti
la falconeria (nel 1976), il gheppio comune è
stato inserito come il terzo rapace consentito
assieme alla Poiana codarossa (Buteo
jamaicensis) e al Buteo lineatus. Ma
ci si accorse presto, con l'esperienza, che
effettivamente i gheppi non sono i rapaci ideali
da consigliare ai neofiti, e questo soprattutto
a causa della loro minuscola mole, visto che la
diminuzione del margine d'errore consentito
scala progressivamente con la dimensione del
rapace utilizzato (sia in termini di controllo
del peso sia in termini di dimensioni degli
equipaggiamenti utilizzati). Ed infatti alcuni
gruppi di falconieri si sono adoperati in Nord
America per far cancellare il gheppio americano
dalla lista dei rapaci utilizzabili per
falconeria (nel 1992). E questo è soprattutto
valido se è disponibile una specie ben più
robusta come la poiana codarossa. Sul fatto che
la mortalità dei gheppi usati in falconeria sia
superiore a quella delle grosse poiane, si può
avere una conferma andando ad analizzare i vari
reports delle associazioni di falconeria e le
statistiche dei veterinari. Da questa analisi
statistica è risultato che la mortalità dei
Gheppi americani è stata del 7,7% rispetto al
4,3% della mortalità delle poiane codarossa. In
poche parole la mortalità dei gheppi è stata
doppia rispetto a quella delle poiane codarossa
(soprattutto se questo dato viene confrontato
con la mortalità naturale delle due specie, che
risulta essere identica, rispettivamente 67% nei
gheppi americani selvatici e 64% nelle poiane
codarossa selvatiche). La conclusione è quindi
che i gheppi sono effettivamente una specie
moolto difficile da gestire in falconeria
rispetto alla poiana codarossa per i neofiti e
ciò è dimostrato da una elevata frequenza di
mortalità in cattività. Si è facilmente portati
a pensare che il Gheppio sia il miglior rapace
per un neofita, perchè è piccolo ed economico:
non c'è niente di più sbagliato! questo
bellissimo falchetto è troppo piccolo per poter
sopportare gli errori di gestione di peso e fame
che un neofita potrebbe facilmente compiere, e
perirebbe con molta facilità. Se volete operare
nella maniera più corretta, il rapace migliore
per iniziare resta sempre la poiana di Harris.
Un falconiere che ha già esperienza può
addestrare il gheppio senza particolari
problemi. Purtroppo questo falchetto è una
specie poco considerata dai falconieri moderni
in quanto non è un predatore estremamente attivo
ed efficace e gli si preferisce il Gheppio
Americano, molto più veloce ed ottimo
cacciatore, molto simile allo Sparviere nello
stile di caccia (infatti viene anche chiamato
Sparrowhawk nei vecchi testi scientifici
americani). Si può facilmente capire questa sua
scarsa propensione se si analizza la sua
alimentazione allo stato selvatico: il Gheppio
comune si nutre, in natura, soprattutto di
invertebrati e piccoli mammiferi (micromammiferi
come i toporagni e le arvicole) e molto di rado
caccia altri uccelli. In compenso è una specie
molto facile da riprodurre in cattività e dunque
il suo prezzo di mercato è relativamente basso.
Un buon falconiere, comunque, può facilmente
addestrare ed utilizzare il Gheppio comune per
la caccia alle quaglie, tortore e piccoli
passeriformi.
Gheppio (Falco
tinnunculus), maschio giovane |
Nome scientifico:
Falco sparverius
Nome inglese:
American kestrel
Nome spagnolo:
Nome tedesco:
Nome francese:
Categoria:
Alto volo (Longwings)
Peso: M:
80-100 gr. F: 120 gr
Lunghezza:
18-24 cm
Apertura alare:
30-35 cm
Sottospecie:
Distribuzione in natura:
Nord America
Uso in falconeria:
Il Gheppio Americano è il più piccolo componente
del genere Falco. E' un rapace americano che non
rientra nella lista dei rapaci classicamente
usati in falconeria, ma, da quando la falconeria
si diffusa negli ultimi decenni in Nord America
esso viene utilizzato sempre di più dai
falconieri esperti e viene anche consigliato
come falco per i neofiti; in Europa sono state
importate diverse coppie che hanno consentito la
diffusione di questa specie anche tra i
falconieri europei dove viene spesso preferito
al Gheppio comune, in quanto più agile e più
veloce in volo, quindi più adatto alla cattura
di prede selvatiche. Le sue prede, in
falconeria, sono costituite da piccoli uccelli
di taglia variabile dalle dimensioni di un
passero fino al merlo o la quaglia. E' un
eccezionale volatore e si comporta quasi come
uno Sparviere. Pur essendo di mole molto piccola
e dunque molto delicato è però ben più facile da
gestire rispetto ad uno Sparviere, sebbene,
quest'ultimo, offra delle performance di caccia
e di volo, un pò superiori. Vista, comunque, la
minuscola mole, il Gheppio americano è
assolutamente sconsigliabile come primo rapace
per un neofita.
Femmina adulta di Gheppio americano
(Falco sparverius) |
Nome scientifico:
Falco columbarius
Nome inglese:
Merlin
Nome spagnolo:
Esmerejón
Nome tedesco:
Merlin
Nome francese:
Faucon émerillon
Categoria:
Alto volo (Longwings)
Peso:
M: 150 gr; F: 255 gr
Lunghezza:
20-30 cm
Apertura alare:
50-62 cm
Sottospecie:
Distribuzione in natura:
Europa e Nord America
Uso in falconeria:
Di dimensione molto simile a quella del Gheppio
comune, lo Smeriglio è molto più "nobile"
secondo la terminologia dei falconieri: è
infatti un cacciatore molto più attivo ed
efficiente, infatti anche in natura la sua
alimentazione si basa soprattutto su uccelli di
piccola e media taglia. E' un ottimo volatore,
agilissimo ed estremamente veloce, che riesce a
dare sicuramente delle ottime soddisfazioni. Il
problema è che questo piccolo falco è
estremamente delicato, e non solo per la sua
piccola mole, ma anche per una sua "delicatezza
innata" che lo rende particolarmente
suscettibile, in cattività, a tutta una serie di
patologie mortali o estremamente dannose. Anche
la sua riproduzione in cattività dà diversi
problemi, è dunque molto difficile da reperire e
costoso. Tutti questi motivi hanno fatto
letteralmente scomparire lo Smeriglio dalla
falconeria moderna, almeno in Italia. Nella
falconeria classica veniva molto usato per la
famosa caccia alle allodole.
Maschio adulto di Smeriglio (Falco
columbarius) |
Nome scientifico:
Accipiter gentilis
Nome inglese:
Goshawk
Nome spagnolo:
Azor Común
Nome tedesco:
Habicht
Nome francese:
Autour des palombes
Categoria:
Basso volo (Shortwings)
Peso:
M: 570-700 gr; F: 600-1300 gr
Lunghezza:
48-58 cm
Apertura alare:
135-165 cm
Sottospecie:
Distribuzione in natura:
Europa e Nord America, molta parte dell'Asia
Uso in falconeria:
L'Astòre ha la reputazione di essere il più
veloce e micidiale rapace di cui i falconieri
possano disporre. Purtroppo non è un rapace
"facile" per via del suo particolare
temperamento comportamentale e della sua enorme
variabilità comportamentale: per ogni Astore
"buono" ne sono stati scartati almeno altri 3.
Conosco decine di falconieri che sono rimasti
delusi dal loro primo Astòre, e la causa è
proprio questa sua grande variabilità
comportamentale: un astore "buono" è un astore
non esageratamente nervoso, abbastanza mansueto,
che non si dibatte troppo sul pugno e che si fa
"maneggiare" ed addestrare correttamente. Ma
spesso capitano, purtroppo, degli Astori
particolarmente nervosi, o viziati, o
"selvatici" molto difficili da addomesticare,
ammansire e addestrare. Un buon Astore in mano
ad un buon falconiere, comunque, darà dei
risultati eccellenti nella caccia vera a prede
selvatiche. Uno dei punti chiave nella
preparazione dell'Astore alla caccia è il
muscolamento e la fitness, che in questi rapaci
è particolare: essi non necessitano di una
grande resistenza alla fatica, tutta la loro
forza sta nello sprint iniziale, e bisogna
dunque allenarli per questo tipo di prestazione
fisica. I maschi di Astore sono notevolmente più
piccoli delle femmine (circa il 30% più piccoli)
e sono più adatti a prede di piccola mole (molti
falconieri li usano con successo nella caccia ai
Corvidi), le femmine invece, che possono
arrivare a pesare anche 1200 gr in peso di
volo, sono più idonee a prede di maggiori
dimensioni; sia il maschio che la femmina
dell'Astore, pur trattandosi di un rapace di
Basso volo, sono in grado di cacciare tanto le
prede alate quanto quelle terricole; il loro
range di prede è dunque molto vasto e va dalle
Starne fino ai Fagiani, Conigli e Lepri. In se
stesso l'addestramento dell'Astore non è
difficoltoso: è un animale così istintivo ed
impulsivo e così "predatore" che si lascia
condizionare molto facilmente. I problemi invece
risiedono nella sua gestione generale, sia a
casa, sia durante l'addestramento, l'allenamento
e la caccia vera e propria. Per questi motivi
l'Astore è assolutamente sconsigliabile ad un
neofita, che deve prima fare un pò di gavetta
con un rapace scuola come l'Harris. Vorrei
ricordare, in fine, che l'Astore è una macchina
da caccia, e non è possibile utilizzarlo per la
pratica della falconeria alternativa, se si
vuole avere un Astore addestrato, esso deve
essere addestrato alla caccia.
Astore (Accipiter
gentilis), femmina adulta |
Nome scientifico:
Accipiter nisus
Nome inglese:
Sparrowhawk
Nome spagnolo:
Gavilán Común
Nome tedesco:
Sperber
Nome francese:
Épervier d'Europe
Categoria:
Basso volo (Shortwings)
Peso:
110-300 gr
Lunghezza:
27-37 cm
Apertura alare:
55-70 cm
Sottospecie:
Distribuzione in natura:
Tutto il Paleartico Occidentale
Uso in falconeria:
Lo Sparviere è forse il rapace più difficile che
un falconiere possa incontrare. E' già chiaro
che un neofita non può pretendere di addestrare
correttamente ed ottenere buoni risultati a
caccia con un Astòre se prima non si è fatto le
ossa con un rapace scuola come l'Harris; a
questo aggiungiamo adesso che, un falconiere non
può pretendere di addestrare bene uno Sparviere
se prima non si sarà fatto le ossa con l'Astore.
Lo Sparviere è un Astore in miniatura, e nel suo
addestramento e nella sua gestione in cattività,
alle difficoltà tipiche che si incontrano con un
Astore bisogna aggiungere le difficoltà additive
causate dalla minuscola mole dello Sparviere.
Gli Sparviere sono rapaci estremamente delicati,
sia dal punto di vista fisico che da un punto di
vista patologico. Il controllo del peso deve
essere estremamente fine e preciso, uno
moschetto (termine che nel gergo tecnico della
falconeria indica il maschio di Sparviere) ha
una autonomia energetica di poche ore: se si
compie un errore alimentare durante il controllo
del peso e si ritarda anche di sole 2 ore a dare
da mangiare al rapace, esso avrà un calo di
zuccheri con relativo coma e morte, e di questi
casi, vi garantisco, esiste una enorme
casistica.
Gli Sparvieri, sono, dunque, molto difficili da
riprodurre in cattività, ancora più difficili
degli Astori, anche in questo caso, a causa
della loro piccola mole che li rende molto
delicati: i loro prezzi sono sempre alle stelle,
la reperibilità è minima (dovuta anche alle
difficoltà di trasporto o spedizione di animali
così piccoli a lunghe distanze).
Ma lo Sparviere, in mani esperte, è un
cacciatore eccezionale, ha una velocità, uno
spunto, un' impeto nella caccia che forse nessun
altro rapace possiede, eccetto l'Astore che si
avvicina. Viene usato per catturare prede alate
di piccola taglia (dai passeri alle quaglie), ma
con garanzie di successo molto elevate rispetto
ad altri rapaci utilizzati per la caccia delle
stesse prede.
Femmina adulta di
Sparviere (Accipiter nisus) |
Nome scientifico:
Parabuteo unicinctus
Nome inglese:
Harris Hawk
Nome spagnolo:
Aguila de Harris
Nome tedesco:
Nome francese:
Categoria:
Basso volo (Broadwings)
Peso:
M: 500-700 gr; F: 600-1000 gr (variabile in base
alla ssp)
Lunghezza:
485-535 mm
Apertura alare:
100-120 cm
Sottospecie:
Sono note tre sottospecie: 1)
Parabuteo unicinctus unicinctus: è
la sottospecie più piccola ed è riconoscibile
nel piumaggio adulto per gli orli di color crema
nella coda. 2)
Parabuteo unicinctus harrisi:
confrontata con la ssp precedente ha, da adulto,
un torace con penne molto più scure.
3)
Parabuteo unicinctus superior: è
invece la sottospecie più grossa fra le 3 e può
essere distinta (anche se non sempre...) grazie
a questa sua caratteristica. E' anche la
sottospecie più ricercata dai falconieri proprio
per la sua mole (ed il suo costo è anche più
elevato, di conseguenza).
Distribuzione in natura:
Nord e Sud America (con 3 ssp)
Uso in falconeria:
L'Harris è arrivato in Europa all'inizio degli
anni 80, e si è subito diffuso enormemente
soprattutto in Inghilterra, dove, negli anni
successivi, si è registrata una vera e propria
esplosione di richieste. In Italia i primi
Harris si sono visti negli anni 90, e il
fenomeno ha avuto lo stesso trend inglese,
inizialmente pochi Harris in giro e man mano che
veniva conosciuto e apprezzato le richieste
aumentavano fino a raggiungere il culmine
proprio in questi ultimi anni. I motivi che
hanno reso questa specie così famosa, conosciuta
e ricercata sono i seguenti: multifunzionalità,
facilità di allevamento e gestione,
adattabilità, buon temperamento, grande
intelligenza e facilità di addestramento;
l'Harris viene considerato un ottimo cacciatore
da moltissimi falconieri che riescono ad
ottenere con questa specie dei risultati
strabilianti (caccia ai Corvidi, anatre e
acquatici, lepri, conigli e fagiani) ma risulta
quasi indispensabile anche come rapace scuola, e
come rapace principale per il bird-control e le
dimostrazioni di falconeria grazie alle sue
straordinarie capacità di volo e manovra anche
in spazi molto ristretti. La scelta migliore per
il neofita è, come si è già anticipato, un
giovane Harris imprintato correttamente. Il
principiante però deve porre particolare
attenzione nel maneggiare il suo primo Harris,
soprattutto durante le fasi di contenimento per
il montaggio dell'armatura, in quanto le ossa
dei giovani rapaci sono ancora molto delicate e
non si sono indurite sufficientemente, si
rischierebbe quindi di provocare qualche
frattura all'animale se viene contenuto in
maniera troppo violenta.
Femmina giovane di
Poiana di Harris (Parabuteo
unicinctus) |
Nome scientifico:
Buteo jamaicensis
Nome inglese:
Red-tailed Hawk
Nome spagnolo:
Aguila Colaroja
Nome tedesco:
Nome francese:
Categoria:
Basso volo (Broadwings)
Peso:
M: 880-1000 gr; F: 1250-1500 gr
Lunghezza:
48-63.5 cm
Apertura alare:
170 cm
Sottospecie:
Sono conosciute 17 sottospecie, ma solo alcune
sono comuni in cattività: la ssp harlani è
sicuramente la più famosa, perchè è la più
scura.
Distribuzione in natura:
Nord America e Canada
Uso in falconeria:
Negli USA la poiana codarossa è il rapace più
comunemente utilizzato dai neofiti, ma non si
pensi che sia un rapace molto adatto per
iniziare con la falconeria. Negli USA ogni
neofita è obbligato dalla legge a imparare per 2
anni seguendo un falconiere maestro, ed inoltre,
è legalmente possibile usare Poiane codarossa di
cattura, per cui se la poiana scappasse non
sarebbe una grande perdita economica, inoltre se
l'animale non risultasse adatto potrebbe essere
facilmente sostituito catturandone un altro, ed
ancora, ulteriore vantaggio è dovuto al fatto
che le poiane codarossa, come tutti i rapaci, di
cattura sono già degli esperti cacciatori. Le
Codarossa nate in cattività invece possono
sicuramente diventare ottimi rapaci da caccia ma
ciò richiede mani esperte e molta buona tecnica,
che un neofita non può sicuramente possedere. Se
bene addestrate le codarossa possono catturare
un'ampia varietà di prede anche grazie alla loro
mole e potenza: dai fagiani alle lepri, conigli
ed anatre. La codarossa è consigliabile come
secondo rapace, dopo avere fatto "gavetta" con
un Harris. Sono rapaci possenti e di grossa mole
e, per questo, il controllo del peso non è molto
semplice. Per ottenere una buona codarossa
cacciatrice la chiave di tutto è sicuramente la
fitness e l'allenamento. E' consigliabile far
conoscere da subito al rapace un ampio range di
prede, altrimenti, abituandolo ad un solo tipo
di preda, si rischia in futuro che esso non
accetti le altre. Generalmente le migliori
codarossa sono quelle che hanno superato i 2
anni di caccia a fianco del falconiere. L'ideale
sarebbe insegnare alla codarossa a praticare il
volo d'attesa (“waiting flight”) volando sopra
la testa del falconiere con il classico volo
planato delle codarossa selvatiche.
Poiana codarossa (Buteo jamaicensis),
femmina adulta |
12) Poiana comune
Nome scientifico:
Buteo buteo
Nome inglese:
Common buzzard
Nome spagnolo:
Busardo Ratonero
Nome tedesco:
Mäusebussard
Nome francese:
Buse variable
Categoria:
Basso volo (Broadwings)
Peso:
M: 780 g F: 1000 g
Lunghezza:
54 cm
Apertura alare:
120 cm
Sottospecie:
Distribuzione in natura:
Eurasia
Uso in falconeria:
Nella falconeria classica la Poiana comune non
veniva molto considerata, poichè non è un
predatore attivo e veloce, in natura infatti
preferisce alimentarsi su piccoli roditori,
rettili, grossi insetti, animali feriti e
carogne. In Falconeria il suo uso si è diffuso
solo qualche decennio fa, soprattutto in
Inghilterra, dove viene ritenuto un ottimo
rapace per i neofiti, e dove viene utilizzato
per la caccia ai Lagomorfi (Lepri e Conigli) con
buon successo, anche usando il furetto. Resta
comunque una specie poco usata e per questo
motivo risulta anche piuttosto difficile da
trovare in cattività, poichè il numero di
allevatori è molto basso. In Italia ho
conosciuto dei bravi falconieri che hanno
ottenuto eccellenti risultati con la Poiana
comune sia nelle dimostrazioni di falconeria che
nella caccia. E' veramente un peccato che questa
specie non sia molto diffusa e sono del parere
che invece se ne dovrebbe incoraggiare l'uso
nella falconeria moderna, come buon sostituto
della Poiana di Harris, almeno per i neofiti.
Femmina adulta di
Poiana comune (Buteo buteo) |
La falconeria moderna ha arricchito il parco dei
rapaci utilizzati anche con esemplari creati
"artificialmente" in cattività: gli ibridi.
Durane il periodo di sperimentazione delle
tecniche di riproduzione in cattività dei rapaci
al Peregrine Fund allo scopo di salvare il Falco
pellegrino dall'estinzione, infatti, si è
sperimentata la tecnica dell'inseminazione
artificiale sui Falchi, e si è così ottenuto il
primo ibrido artificiale (Girfalco x
Pellegrino). Successivamente le tecniche di
inseminazione artificiale sono state
ulteriormente migliorate (con l'uso delle
tecniche cooperative) e si sono diffuse anche
tra gli allevatori amatoriali, sia in Nord
America che in Europa. Intanto l'idea di
produrre falchi ibridi ha preso piede,
l'obiettivo era quello di selezionare nuove
"specie" di rapaci migliori rispetto alle specie
pure per velocità e/o potenza e/o adattabilità a
climi diversi; nacque così la moda dei rapaci
ibridi, ancora oggi molto diffusa sebbene molti
falconieri dopo averli provati abbiano preferito
ritornare alla purezza e alcuni Paesi o
associazioni di falconeria (in Germania, per
esempio) si sono autoregolamentate a favore
delle specie pure, vietando gli ibridi.
Il motivo principale che ha indotto a produrre
rapaci ibridi è stato quello di tentare di unire
le caratteristiche vantaggiose di due specie in
un unico esemplare: per esempio, ibridando il
girfalco con il pellegrino si potrebbe ottenere
un ibrido gir/pellegrino grosso e potente come
il girfalco e veloce e agile come il pellegrino,
almeno secondo la teoria...nella pratica però
accade che 1) come non tutte le ciambelle escono
col buco, anche gli ibridi non è detto che
prendano le caratteristiche positive dalle
specie di origine! così può nascere un
gir/pellegrino piccolo come un pellegrino e poco
agile come un girfalco 2) L'agilità e la
velocità del pellegrino derivano da alcune sue
caratteristiche fisiche (rapporto di forma alare
e durezza del piumaggio per esempio) che
nell'ibrido, in quanto tale, si perdono
inevitabilmente o comunque vengono modificate,
quindi è impossibile che un ibrido
gir/pellegrino, pur ben riuscito riesca ed
essere tanto agile e veloce quanto un pellegrino
puro, sebbene la sua massa maggiore lo favorisca
nella picchiata. L'unica reale motivazione,
secondo me, nella produzione di ibridi, potrebbe
essere quella di ottenere individui bene
adattati a climi differenti: gli Arabi, per
esempio, amano cacciare ancora le Hubara con i
grossi falconi, e un tempo usavano per questo
scopo i Girfalchi bianchi (la razza più grossa
di tutto il genere Falco), ma i Girfalchi
bianchi sono adattati a climi estremamene freddi
e dunque non resistono molto nei climi aridi dei
deserti arabi; un ibrido gir/sacro ben riuscito
potrebbe mantenere la dimensione e il colore
quasi bianco del Girfalco e allo stesso tempo
essere fisiologicamente più adattato anche a
climi aridi (come lo è il Falco sacro).
Femmina giovane di ibrido girfalco x
sacro, in fase chiara |
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