|
Tipologia |
Deterrenti acustici |
Descrizione |
Sono dei cannoni che producono “botti”
usando gas propano o acetilene. La loro
efficacia nell’allontanare gli uccelli è
forse dovuta al fatto che il loro rumore
è simile ai colpi di fucile. |
Costi |
250-600 euro (Henly, 1992) |
Copertura |
4 ettari circa (da 60 a 120 metri dal
cannone). Sono raccomandati un cannone
per ogni 4-10 ettari (per gli storni) (Potvin
& Bergeron, 1981). |
Specie |
Tutti gli uccelli |
Efficacia |
Buona solo a breve raggio, ma gli
uccelli si abituano facilmente e i
cannoni diventano presto inutili. Una
parziale soluzione è di cambiare spesso
manualmente la posizione dei cannoni e
la loro frequenza di sparo. |
Svantaggi |
Gli uccelli si abituano, per coprire
ampie i costi sono elevati e molto
lavoro umano, producono rumore
fastidioso per la gente. |
Bibliografia |
Henly, 1992; Potvin & Bergeron, 1981;
Transport Canada, 1994; Harris & Davis,
1998. |
Tipologia |
Deterrenti acustici |
Descrizione |
Sono dei petardi che producono sia una
esplosione che luce. Possono essere
sparati da appositi cannoncini o fucili
anche a 45-90 metri di distanza,
producendo rumore (fischi) e luce e
quindi esplodendo. |
Costi |
Poco costosi e facili da reperire in
commercio. |
Copertura |
100-200 metri dal punto di lancio |
Specie |
Sono molto usati sia negli allevamenti
di pesce che negli aeroporti. Funzionano
bene con Cormorani, Ardeidi, Anatre,
Folaghe ma anche con i Piccioni e storni
in città |
Efficacia |
Sono molto efficaci, più dei cannoncini,
e costano meno. Possono però produrre
anch’essi assuefazione sebbene in tempi
più lunghi rispetto ai cannoni |
Svantaggi |
Producono elevati livelli di
inquinamento acustico, superando i 160
dB, richiedono un elevata quantità di
lavoro umano per il funzionamento, per
coprire ampi territori diventano molto
costosi. |
Bibliografia |
CAA, 2002; Baxter et al., 2002;
Aguillera et al., 2002; Fairaizl, 1992 ;
Mott & Timbrook, 1988. |
Tipologia |
Deterrenti acustici |
Descrizione |
Si tratta di amplificatori acustici
collegati a fonti che trasmettono suoni
con un significato biologico: emissioni
bioacustiche di allarme o di dolore.
Queste emissioni sono specie-specifiche |
Costi |
|
Copertura |
Circa 100-300 metri dalla fonte agli
uccelli da disperdere. |
Specie |
Buoni risultati sono stati ottenuti con
Corvidi, Gabbiani, Ardeidi ed Oche negli
aeroporti. Questo sistema è
probabilmente efficiente anche con molte
altre specie. |
Efficacia |
La reazione ad un verso di
allarme/dolore ha un alto valore di
sopravvivenza per gli individui di una
specie, quindi le emissioni bioacustiche
sono più repellenti e danno una
assuefazione minore rispetto che ad
altri suoni. Negli aeroporti sono stati
utilizzati anche i versi dei rapaci per
allontanare le specie problematiche ma
con risultati molto scarsi; del resto,
in natura i rapaci durante la caccia
sono silenziosi e le specie preda
reagiscono istintivamente con la fuga
quando sentono la vocalizzazione di un
predatore. Nell’Aeroporto di Vancouver
l’emissione del richiamo di Falco
pellegrino ha funzionato nel disperdere
i gabbiani ma non è stato eseguito un
“controllo” (cioè non è stato comparato
il risultato ottenuto con l’effetto di
altri rumori).
Sugli emettitori ultrasonici o di suoni
ad alta frequenza non ci sono invece
evidenze scientifiche relativamente al
loro effetto deterrente anche perché, al
contrario, gli studi scientifici
dimostrano che gli Uccelli non possono
sentire il range delle frequenze
ultrasoniche ( >20 Hz) (Erickson et al.,
1992; Harris & Davis, 1998) |
Svantaggi |
Producono alti livelli di inquinamento
acustico (fino ad oltre 110 dB); gli
uccelli si abituano comunque; in uno
studio (Baxter, 2002) si è visto che i
Corvidi possono essere allontanati con
le emissioni bioacustiche ma gli effetti
positivi si sono avuti solo a breve
termine (3-6 settimane) e una volta
spenta la fonte emettitrice gli uccelli
tornavano rapidamente nel sito.
|
Bibliografia |
Baxter, 2002; Erickson et al., 1992;
Harris & Davis, 1998;
|
Tipologia |
Deterrenti visivi passivi |
Descrizione |
Emettitori di luce puntiforme, che può
essere diretta su punti ben precisi. |
Costi |
Elevati (da 1500 euro a 6000 euro). |
Copertura |
150-200 metri, ma dipende dalla portata
e potenza del Laser che si usa; i
modelli più potenti possono superare
queste distanze. |
Specie |
I Laser funzionano con molte specie di
Uccelli (Cormorani, Corvidi, Gabbiani
etc.); alcune specie di uccelli però
sono resistenti alla luce Laser. |
Efficacia |
Studi scientifici effettuati presso
aeroporti francesi indicano che i Laser
non sono efficienti durante le ore di
luce diurna e che lavorano bene solo se
puntati agli occhi degli uccelli.
Richiedono un operatore umano a tempo
pieno per essere controllati e diretti
di volta in volta sui target. Ci sono
altre evidenze scientifiche (McKay et
al, 1999) che dimostrano che molte
specie di uccelli sono resistenti ai
Laser. |
Svantaggi |
Non funzionano con tutte le specie, sono
costosi, richiedono lavoro umano a tempo
pieno, funzionano bene in condizioni di
scarsa luce diurna o al buio. |
Bibliografia |
McKay et al, 1999; Broyer, 1995;
|
Tipologia |
Deterrenti visivi passivi |
Descrizione |
Modelli artificiali che simulano una
persona umana |
Costi |
I modelli semplici sono estremamente
economici; i modelli robotizzati hanno
costi che possono superare le 2000 euro. |
Copertura |
5-6 ettari per ogni spaventapasseri |
Specie |
Sono stati testati con molte specie;
solo su alcune (Ardeidi, Storni,
Cormorani, Gabbiani ) si sono avuti dei
risultati, sebbene di poca durata a
causa dell’assuefazione. |
Efficacia |
Poco efficaci, gli uccelli si assuefanno
subito; i modelli robotizzati, che si
muovono e possono anche emettere suoni
fastidiosi, o allarmi bioacustici
provocano una minore assuefazione e
possono essere efficaci per periodi più
lunghi (circa 2 settimane) |
Svantaggi |
Costi anche elevati, generano subito o
quasi subito assuefazione, scarsa
copertura di superficie. |
Bibliografia |
Inglis, 1980; Andelt et al., 1997;
Vaudry, 1979; |
Tipologia |
Deterrenti visivi passivi |
Descrizione |
Modelli artificiali di rapaci o rapaci
tassidermizzati e modelli robotici che
imitano la sagoma di un rapace, posato o
in caccia. Si usano solo modelli di
rapaci diurni (Aquile, Falconi, Astore,
Sparviere etc) poiché i modelli di
rapaci notturni attirano gli uccelli
invece che allontanarli. |
Costi |
Solo i modelli robotici raggiungono
costi elevati, da poche centinaia a
oltre mille euro |
Copertura |
Dati non disponibili, comunque l’effetto
deterrente avviene solo a
breve-brevissima distanza (meno di 100
mt) |
Specie |
Potenzialmente tutte le specie
“tipicamente” preda dei rapaci; le
specie biologicamente non adattate ad
essere predate rispondono meno o per
nulla. |
Efficacia |
Molto bassa; ciò è dovuto a due fattori:
a) la facilità con cui le specie target
si abituano alle sagome, anche
meccanizzate b) le specie biologicamente
adattate ad essere predate da rapaci
riescono a riconoscere perfettamente
quando un rapace è in fase di caccia (“sharp-set”)
(Inglis, 1980) attraverso parametri
ancora non conosciuti all’occhio umano;
ciò ha finora reso impossibile la
realizzazione di sagome di rapaci in
grado realmente di spaventare le specie
target. |
Svantaggi |
L’assuefazione avviene rapidamente,
rendendo inutili i modelli di rapaci,
anche meccanizzati. |
Bibliografia |
Harris & Davis, 1998; Inglis, 1980;
Conover, 1979; |
Tipologia |
Deterrenti visivi passivi |
Descrizione |
Si usano i corpi di individui morti per
allontanare altri individui della stessa
specie |
Costi |
Nessuno; bisogna porre attenzione agli
aspetti legali dell’utilizzo di carcasse
morte di animali e al loro reperimento,
spesso illecito |
Copertura |
Breve-brevissima distanza |
Specie |
Sono stati tentati solo esperimenti con
Corvidi (Stout & Schwab, 1979) e con
Ardeidi (Fellows & Paton, 1988) con
risultati mediocri; gli animali hanno
reagito alla vista dei cadaveri dei
conspecifici ma dopo un primo
allontanamento dall’area sono ritornati
come se niente fosse (assuefazione) |
Efficacia |
Si veda sopra |
Svantaggi |
Scarsa funzionalità, problemi legali |
Bibliografia |
Harris & Davies, 1998; Stout & Schwab,
1979; Fellows & Paton, 1988 |
Tipologia |
Deterrenti visivi passivi |
Descrizione |
Vengono legati dei normali palloncini
colorati alle strutture per spaventare
gli uccelli. Oppure vengono usati degli
aquiloni colorati o aquiloni che
simulano la sagoma di un rapace. |
Costi |
Bassissimi |
Copertura |
Poche centinaia di metri intorno ai
palloni o aquiloni, ma, nel caso dei
palloni, se ne possono installare grandi
quantità. |
Specie |
Non tutte le specie hanno paura dei
palloni colorati e, comunque,
l’assuefazione avviene rapidamente
rendendo inutile questo metodo di
deterrenza |
Efficacia |
Come detto sopra. McLennan et al (1995)
ha studiato l’effetto dei palloni come
deterrenti disegnando degli occhi su un
lato; la presenza degli occhi disegnati
può avere un doppio significato, o di un
rapace in caccia oppure può simulare gli
occhi dei conspecifici in allarme
(infatti è noto che molte specie di
uccelli hanno dei comportamenti di
difesa frontale in cui gli occhi vengono
tenuti prominenti e molto aperti
(Inglis, 1980)). I palloni con gli occhi
disegnati sono più efficaci
nell’allontanare gli uccelli, ma
l’assuefazione avviene comunque in breve
tempo. Anche gli aquiloni generano
facilmente assuefazione, di qualunque
sagoma e colore essi siano (Inglis,
1980). |
Svantaggi |
Metodo poco funzionale che genera
assuefazione spesso entro solo una
settimana |
Bibliografia |
Pearson,1958; McLennan et al.
1995; McNamara et al. 2002;
|
Tipologia |
Deterrenti visivi passivi |
Descrizione |
Vari dispositivi che emettono luce
possono essere usati per spaventare ed
allontanare uccelli nocivi: fari, luci
rotanti, flash, luci stroboscopiche etc. |
Costi |
Medio alti, in base a tipologia e numero
dei sistemi di emissione luminosa |
Copertura |
100-200 metri |
Specie |
Specie attive durante la notte (Ardeidi
per esempio). |
Efficacia |
Sebbene una luce fissa (un faro per
esempio) possa attirare gli uccelli di
notte, soprattutto se il tempo è
nuvoloso o nebbioso (Harris & Davis,
1998), le luci stroboscopiche o mobili
possono invece allontanare gli uccelli
che si alimentano di notte (per esempio
gli Aironi negli allevamenti ittici),
poiché li confondono e restringono la
loro capacità di pescare (Salmon et al.,
1986; Kevan, 1992; Littauer, 1990;
Nomsn, 1989) |
Svantaggi |
Gli uccelli si abituano piuttosto
rapidamente, anche se le luci sono
stroboscopiche e mobili e anche se
vengono spostate di frequente. Provocano
un inquinamento luminoso e possono
infastidire persone che abitano nelle
vicinanze. È consigliabile usare questi
sistemi in abbinamento ad altri sistemi
di deterrenza. |
Bibliografia |
Harris & Davis, 1998; Salmon et al.,
1986; Kevan, 1992; Littauer, 1990;
Nomsn, 1989 |
Tipologia |
Deterrenti visivi passivi |
Descrizione |
Si usano dei semplici specchi o
riflettori per dirigere la luce solare
verso specie target e spaventarle |
Costi |
Molto bassi |
Copertura |
|
Specie |
Esistono pochi dati scientifici sulle
specie che possono essere allontanate
con questi sistemi; esperimenti sono
stati fatti con piccoli Passeriformi,
Anatre, Aironi, Rapaci, Gabbiani e
Pernici. |
Efficacia |
Hanno un effetto molto variabile, sono
efficaci solo se riflettono luce solare,
rendendosi dunque inutili dal tramonto
all’alba (Nakamura, 1999). In
Inghilterra uno studio ha dimostrato che
gli specchi sono molto efficienti per
allontanare i rapaci (Astòri e
Sparvieri) dagli allevamenti di
selvaggina da penna ( Mansfield, 1954;
Pfeiffer & Keil, 1963) |
Svantaggi |
Poco funzionali, poche specie target,
assuefazione rapida |
Bibliografia |
Nakamura, 1999; Greer & O’Connor, 1994;
Mansfield, 1954; Pfeiffer & Keil, 1963; |
Tipologia |
Deterrenti visivi passivi |
Descrizione |
L’uso di nastri colorati e riflettenti
consente un effetto sia deterrente sia
di esclusione per aree frequentate da
specie dannose o problematiche,
soprattutto in agricoltura. Alcuni tipi
di nastri, quando soffia vento, anche di
debole intensità, possono produrre
rumori (fruscii o fischi) che ne
incrementano l’effetto deterrente. |
Costi |
I costi sono molto bassi |
Copertura |
|
Specie |
Sono stati testati su poche specie,
soprattutto in ambito agricolo
(Passeriformi, Storni) |
Efficacia |
L’efficacia è notevole ma dura solo poco
tempo perché subentra quasi
immediatamente l’assuefazione. |
Svantaggi |
Possono infastidire le operazioni
agricole; gli uccelli si abituano
piuttosto rapidamente; richiedono molto
lavoro di manutenzione se usati in aree
vaste. Utili in abbinamento ad altre
tecniche di allontanamento, soprattutto
quando ai nocivi viene fornita un’altra
area per l’alimentazione |
Bibliografia |
Tobin et al., 1988; Dolbeer et al.,
1986; Con over & Dolbeer, 1989; |
Tipologia |
Deterrenti visivi passivi |
Descrizione |
Stracci vecchi, strisce di plastica
colorata e/o riflettente, nastri
tagliati possono essere usati per
allontanare uccelli dannosi; il loro
effetto è dovuto allo sbandieramento
quando c’è vento. L’effetto aumenta se
vengono nascosti tra le piante nel caso
di applicazione in zone agricole. |
Costi |
Molto bassi |
Copertura |
|
Specie |
Finora i pochi dati scientifici
disponibili in letteratura riportano una
applicazione di questo sistema di
deterrenza solo in ambito agricolo. Uno
studio ha dimostrato che le bandiere
(poste con una densità di 300 per
ettaro) non hanno allontanato i Gabbiani
da una colonia di nidificazione (Belant
& Ickes, 1997). |
Efficacia |
Anche in questo caso l’assuefazione
avviene in breve tempo (a circa 30
giorni, secondo Cardinell & Hayne,
1944). |
Svantaggi |
Assuefazione |
Bibliografia |
Cardinell & Hayne, 1944; Belant & Ickes,
1997; |
Tipologia |
Deterrenti visivi passivi |
Descrizione |
Per evitare che alcune aree vengano
frequentate da uccelli nocivi, esse
possono essere colorate artificialmente.
|
Costi |
Bassi |
Copertura |
Limitata all’area colorata |
Specie |
Un esperimento ha dimostrato che
colorando un laghetto artificiale con
vernice grigiastra-gialla si è avuto un
buon effetto deterrente sulle Anatre, ma
tale effetto è stato temporaneo. |
Efficacia |
Pochi studi scientifici però esistono
sull’applicazione e reale validità di
questo metodo. In molti casi si usano
vernici speciali per colorare
direttamente l’acqua o i semi, che
offrono risultati leggermente migliori |
Svantaggi |
Poco efficaci |
Bibliografia |
Mott & Boyd, 1995; Avery et al., 1999;
Lipcius et al., 1980;
|
Tipologia |
Deterrenti visivi attivi |
Descrizione |
L’attività umana può disturbare gli
uccelli allontanandoli da specifiche
aree anche se non viene messa in pratica
con uno specifico scopo deterrente
(Vickery & Summers, 1992). |
Costi |
Vickery & Summers (1992) hanno misurato
i costi di un progetto di deterrenza
attraverso operatori umani full-time; il
costo di un operatore umano dotato di un
motociclo fuoristrada, che ha lavorato 6
giorni alla settimana dall’alba al
tramonto è stato di 25-40 euro per
ettaro |
Copertura |
|
Specie |
Funziona su quasi tutte le specie, in
particolare ottimi risultati sono stati
ottenuti con i Cormorani presso
allevamenti ittici e le Oche. Molti
esperimenti sono stati effettuati per il
controllo di specie nocive
all’agricoltura dove la tecnica
dell’operatore umano ha consentito una
riduzione delle perdite ( da 75-100 euro
per ettaro a 5-8 euro per ettaro dopo
l’intervento dell’operatore umano)
(Vickery & Summers, 1992). |
Efficacia |
Molto efficace, gli uccelli non si
abituano. |
Svantaggi |
Tecnica costosa, funziona solo con
Uccelli posati. |
Bibliografia |
Vickery & Summers, 1992; |
Tipologia |
Deterrenti visivi attivi |
Descrizione |
Uso di cani addestrati (Border Collies)
per allontanare fauna selvatica
|
Costi |
Molto elevati; è richiesto l’uso di
almeno 2-3 cani e di almeno un
addestratore professionista che lavori a
tempo pieno. Ai costi si aggiungono
anche i costi di gestione alimentare dei
cani, e gestione veterinaria ed i costi
di addestramento |
Copertura |
Molto ampia, un solo cane può coprire
un’area di 50 km2;
|
Specie |
Molte specie possono essere allontanate
con i cani ma solo specie che si
alimentano a terra |
Efficacia |
I cani non generano assuefazione sulle
specie e dunque sono piuttosto efficaci;
ma funzionano solo con specie che si
alimentano a terra. |
Svantaggi |
Costi molto elevati, almeno una persona
a tempo pieno, funzionano solo con
specie che si alimentano a terra (non
funzionano per esempio con i rapaci, le
Rondini, i Rondoni etc.) |
Bibliografia |
Castelli & Sleggs, 2000;
|
Tipologia |
Deterrenti visivi attivi |
Descrizione |
Questa tecnica di deterrenza prevede
l’uso di modelli di aerei telecomandati,
in alcuni casi modificati a
rassomigliare nella forma ad un rapace
(“Ornithopter”). |
Costi |
Costi elevati; è richiesto personale
specializzato ad occupazione full-time. |
Copertura |
Molto ampia, poiché questi modellini
possono volare anche a svariate
centinaia di metri di distanza
dall’operatore. Littauer (1990)
suggerisce l’uso di un aereo ed un
operatore per ogni 100 ettari di
superficie da proteggere. |
Specie |
Sono stati fatti tentativi con molte
specie: Gabbiani, Anatre, Oche,
Cormorani, Storni, Piccioni. |
Efficacia |
Gli uccelli non si abituano facilmente
ai modellini radiocomandati,
l’assuefazione vviene dopo molto tempo
(e ciò è dovuto al fatto che tali
modellini non rappresentano un pericolo
“reale” per le specie target, poiché,
nel lungo periodo le specie si accorgono
che non ci sono predazioni).
|
Svantaggi |
Tecnica costosa, richiede personale
specializzato; inoltre, a lungo termine
le specie target possono abituarsi. |
Bibliografia |
Smith et al., 1999; Littauer, 1990;
Ward, 1975; Saul, 1967; |
Tipologia |
Deterrenti chimici |
Descrizione |
Possono dare un sapore disgustoso ai
cibi oppure essere tossici e provocare
malessere agli uccelli nocivi target o
la morte. La gran parte di queste
sostanze repellenti derivano
chimicamente dai pesticidi agricoli.
|
Costi |
Relativamente elevati per aree
molto vaste |
Copertura |
In funzione delle quantità |
Specie |
|
Efficacia |
I riferimenti bibliografici riportano
una efficacia piuttosto alta
nell’effetto repellente ma non con tutte
le specie. In un esperimento, per
esempio, 10kg/ettaro di repellente non
ha consentito di allontanare dei Cigni
che danneggiavano una coltivazione. |
Svantaggi |
Inquinamento ambientale, costi elevati |
Bibliografia |
Inglis, 1992; Horton, 1984;
|
Tipologia |
Deterrenti chimici |
Descrizione |
Sono sostanze chimiche che provocano
anomalie comportamentali quando assunte
dalle specie nocive; ma sono da
considerarsi più come agenti tossici che
come repellenti. In dosi subletali essi
provocano disorientamento e
comportamento erratico, e gli uccelli
spesso emettono vocalizzazioni di
allarme provocando la fuga degli altri
conspecifici. |
Costi |
|
Copertura |
In funzione della quantità di sostanza
utilizzata |
Specie |
Questo tipo di sostanze lavorano meglio
con specie che si muovono e si nutrono
in stormi. |
Efficacia |
Stickley et al (1976) hanno osservato
che un repellente comportamentale come
l’Avitrol ha effettivamente ridotto i
danni da storno alle colture (da 3,4 %
in colture non trattate a 0,8 % nelle
colture trattate). |
Svantaggi |
Inquinamento ambientale, costi elevati,
può avvenire assuefazione (Harris &
Davis, 1998). |
Bibliografia |
Harris & Davis, 1998; Stickley et al
1976 ; |
Tipologia |
Deterrenti chimici |
Descrizione |
Si tratta di sostanze chimiche
appiccicose che scoraggiano gli uccelli
dal posarsi nelle strutture di roosting |
Costi |
|
Copertura |
Proporzionale alla quantità di sostanza
usata |
Specie |
Sono stati usati con successo con i
piccioni, mentre per i piccoli
passeriformi sono poco efficaci poiché
essi richiedono piccolissime aree per
poggiarsi. |
Efficacia |
Relativamente limitata, solo per alcune
specie e solo quando è possibile
applicare il repellente ai posatoi |
Svantaggi |
Inquinamento ambientale, richiedono
tempo per l’applicazione e manutenzione |
Bibliografia |
Decker et al.,1990; Transport
Canada 1994; |
Tipologia |
Sistemi di esclusione |
Descrizione |
Reti che impediscono l’accesso ai siti
alle specie nocive |
Costi |
Elevati se la superficie da proteggere è
ampia; i costi per proteggere ampie
superfici possono essere proibitivi,
soprattutto se comparati ad altri
sistemi di deterrenza; per esempio il
costo per proteggere con reti un
allevamento ittico di 40,5 ettari è
stato stimato in circa 750.000 euro
(Littauer et al., 1997). |
Copertura |
|
Specie |
Sono adatti a specie che si concentrano
in punti ben precisi: protezione di
allevamenti ittici, coltivazioni, blocco
dell’accesso a strutture, capannoni,
edifici etc. In acquicoltura sono tra i
migliori sistemi di protezione dalle
specie ittiofaghe (Gabbiani, Cormorani,
Ardeidi). |
Efficacia |
Sono molto efficaci quando è possibile
installarle e solo se utilizzate in
maniera corretta e costantemente
manutenzionate; le reti infatti possono
essere rovinate dal tempo, dagli agenti
atmosferici, vento, neve, ghiaccio etc. |
Svantaggi |
Costi elevati, richiedono molto lavoro
sia nel montaggio che nella
manutenzione. Non sempre applicabili,
infastidiscono le operazioni negli
allevamenti ittici o in agricoltura.
Possono provocare morte di avifauna
protetta. |
Bibliografia |
Kevan 1992; Grun 1978; Biber and
Meylan,1984; Littauer et al., 1997; |
Tipologia |
Sistemi di esclusione |
Descrizione |
L’uso di cavi tesi ad altezza idonea è
meno costoso rispetto alla esclusione
completa con reti ma fornisce un
efficiente sistema di deterrenza per
molte specie. |
Costi |
Il costo per l’installazione di un
sistema di cavi è inferiore rispetto
all’uso di reti; LIttauer et al. (1997)
hanno stimato questo costo in 10
euro/0,4 ettari e richiede un lavoro di
7 ore per ettaro. La protezione con cavi
di aree più vaste raggiunge 110 euro/0,4
ettari (per un’area di 3,7 ettari). |
Copertura |
|
Specie |
Cavi sospesi possono fornire un buon
sistema per allontanare specie ittiofage
se la loro distanza è sufficientemente
vicina. |
Efficacia |
Possono proteggere sufficientemente bene
dagli uccelli nocivi ma la loro
efficacia dipende dalla spaziatura tra i
cavi tesi e dalla specie di nocivo,
alcune specie infatti possono comunque
accedere alle superfici protette
nonostante i cavi. Sono più efficaci ed
economicamente vantaggiose solo in aree
piccole ed aperte. |
Svantaggi |
Costi comunque elevati; i cavi
interferiscono con le attività umane; la
protezione non è totale e non funziona
con alcune specie. |
Bibliografia |
Knight, 2000; Blokpoel and Tessier,
1984; LIttauer et al.,1997;
|
Tipologia |
Sistemi di esclusione |
Descrizione |
Questi sistemi comprendono un insieme di
materiali per impedire alle specie
nocive di posarsi o fare roosting su
determinate strutture. I sistemi vanno
dalle reti di protezione ai “chiodi”, ai
sistemi elettrici, alle protezioni
angolate. |
Costi |
Possono diventare molto elevati se le
superfici da coprire sono ampie e/o
numerose |
Copertura |
|
Specie |
Sono sistemi validi per specie che si
raccolgono in posatoi (roosting) nelle
aree di foraggiamento o dove provocano
problemi: per esempio Storni, Piccioni,
Gabbiani. |
Efficacia |
Sono molto efficaci nell’impedire
l’accesso ai siti di roosting o ad altre
aree; purtroppo però riescono a bloccare
solo alcune specie problematiche e non
sono applicabili in tutte le situazioni. |
Svantaggi |
Possono essere molto costosi se l’area
da coprire è vasta; i sistemi elettrici
possono uccidere gli uccelli, anche
appartenenti a specie protette;
richiedono manutenzione continua; non
tutte le situazioni sono adatte
all’installazione dei sistemi
anti-perching. |
Bibliografia |
|
Tipologia |
Sistemi preventivi di gestione
dell’ambiente |
Descrizione |
Questa metodologia è soprattutto valida
negli aeroporti, dove i problemi causati
da certe specie sono dovuti solo alla
loro presenza. Una corretta gestione
della vegetazione rende l’area meno
ospitale, attirando così gli uccelli in
misura molto minore. Il taglio dei prati
aeroportuali, mirato a portare l’altezza
dei fili d’erba a 5-10 cm è uno dei
sistemi più usati. Ma anche la tipologia
delle piante che compongono la
vegetazione può aiutare ad impedire di
attrarre specie problematiche.
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Costi |
Possono essere elevati, soprattutto
all’inizio, quando si acquistano le
attrezzature necessarie (tosaerba etc.) |
Copertura |
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Specie |
Poiché l’erba alta può attirare
invertebrati e micromammiferi, il taglio
impedisce che vengano attirati gabbiani,
ardeidi e rapaci, limicoli storni etc.
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Efficacia |
Sono tecniche efficaci ma solo
limitatamente ad alcune specie ed alcune
aree (aeroporti) |
Svantaggi |
Tecnica costosa, che richiede un
continuo lavoro umano; non sempre è
efficace e non con tutte le specie. |
Bibliografia |
Wright, 1969; Bough & Bridgeman, 1980;
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Tipologia |
Sistemi preventivi di gestione
dell’ambiente |
Descrizione |
L’obiettivo di queste aree (AFA) è
quello di attrarre le specie
problematiche in zone dove esse non
possono arrecare danni. Le AFA sono
apposite aree dove si somministra
mangime per le specie problematiche; in
alternativa si possono usare anche delle
colture apposite dette “lure crops” o
“sacrificial crops” per attirare le
specie dannose e “distoglierle” dal
danneggiare le colture primarie. |
Costi |
Possono essere elevati. Uno studio
(Hammond, 1961) ha mostrato che in
un’area dove il danno provocato al
raccolto ammontava a 100.000 dollari,
l’uso di stazioni alimentari alternative
per gli uccelli problematici ha avuto un
costo di 17.000 dollari ma ha ridotto
enormemente le perdite nel raccolto. |
Copertura |
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Specie |
Questa tecnica è molto usata in
agricoltura ed è valida solo per specie
problematiche per i raccolti (Storni,
Passeriformi, Piccioni). |
Efficacia |
Le AFA sono efficienti nel ridurre il
danno alle colture sebbene siano
tecniche costose, ma esse devono
garantire del cibo migliore rispetto a
quello delle colture così da indurre gli
uccelli ad utilizzarle e non danneggiare
le colture. |
Svantaggi |
Costi elevati, non funziona con tutte le
specie, il cibo offerto deve essere più
attraente. |
Bibliografia |
Hammond, 1961; Smith et al., 1999;
Knittle & Porter, 1988; Guarino, 1984; |
Tipologia |
Sistemi preventivi di gestione
dell’ambiente |
Descrizione |
Spesso alcune specie creano dei problemi
a causa del loro grande numero nei siti
di roosting, cioè nei siti dove si
raccolgono in grandi numeri come per
esempio gli Storni; eliminare o
modificare i siti di roosting (strutture
artificiali o alberi) consente di
allontanare queste specie;
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Costi |
Possono essere elevati se i siti da
modificare/eliminare sono molti; questa
tecnica richiede molto lavoro umano e
manutenzione. |
Copertura |
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Specie |
Storni, Piccioni, Cormorani, Ardeidi. |
Efficacia |
In un esperimento (Good & Johnson, 1976)
è stato comparato l’uso da parte degli
storni come siti di roosting di alberi
potati rimuovendo circa un terzo della
chioma, con alberi lasciati integri: lo
studio ha dimostrato che gli alberi
potati sono stati completamente
abbandonati come sito di roosting a
favore degli alberi lasciati integri,
cioè non potati. |
Svantaggi |
A lungo termine gli uccelli possono
ritornare ad utilizzare i siti anche se
sono stati modificati o rimossi;
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Bibliografia |
Good & Johnson, 1976;
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Tipologia |
Sistemi preventivi di gestione
dell’ambiente |
Descrizione |
In alcune circostanze la presenza di
cibo attira specie che risultano
problematiche per i problemi che
arrecano (sporcizia, guano etc.); è il
caso dei piccioni, delle tortore e degli
Storni. La rimozione delle fonti di
cibo, ove possibile, risolve il problema
alla base. |
Costi |
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Copertura |
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Specie |
Piccioni, Tortore, Storni |
Efficacia |
L’efficacia dipende dall’efficacia che
si raggiunge nell’eliminare le fonti di
cibo: sensibilizzare la popolazione a
non dare cibo ai piccioni (o,
addirittura, vietare il lancio di riso
nei matrimoni!), evitare che si spargano
residui di cibo nei magazzini, evitare
che rimangano resti di cibo nelle
colture sono tutte tecniche che
risolvono il problema delle specie
problematiche alla base. |
Svantaggi |
Spesso difficile da applicare, può
richiedere molte spese e lavoro. |
Bibliografia |
Feare, 1985; Feare & Wadsworth, 1981;
Johnson & Glahn, 1998;
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Tipologia |
Tecniche di eliminazione diretta |
Descrizione |
Lo sparo può avere due tipi di effetto
deterrente: 1) spaventare 2) uccidere |
Costi |
Possono essere molto elevati poiché deve
essere pagata una persona che lavori a
tempo pieno |
Copertura |
La copertura è molto bassa, come raggio
di azione dal punto in cui avviene lo
sparo, ma l’operatore può spostarsi
all’interno dell’area, usando anche
mezzi meccanici come auto o moto. |
Specie |
Può essere applicata a tutte le specie,
purchè si abbiano i necessari permessi
legali per l’abbatimento |
Efficacia |
Lo sparo può ridurre in maniera diretta
il numero di uccelli dannosi; per
esempio, all’Aeroporto internazionale
John F. Kennedy tra il 1991 e il 1997
un programma di controllo tramite sparo
ha portato all’uccisione di 50.000
gabbiani, riducendo i bird-strikes del
76-89% (Dolbeer, 1998; Dolbeer et al.,
1993; Dolbeer & Bucknall, 1997). Non è
detto comunque che lo sparo riesca a
risolvere il problema degli uccelli
nocivi, ci sono molte circostanze in cui
questa tecnica non ha quasi nessun
effetto oppure dà risultati molto
inferiori anche rispetto ad altre
tecniche; in molti casi l’uccisione
diretta delle specie problematiche non
riesce a superare la rata di crescita
della popolazione oppure gli elementi
eliminati vengono sostituiti da
individui in dispersione provenienti da
altre aree. Solo quando i problemi sono
provocati da piccole popolazioni
localizzate di uccelli per esempio un
piccolo gruppo di piccioni in edifici
isolati, la tecnica dell’uccisione
diretta tramite lo sparo può portare a
buoni risultati e duraturi nel tempo. Lo
sparo può essere usato solo come una
strategia di deterrenza, uccidendo solo
qualche individuo ognitanto per
rafforzare l’effetto deterrente. In ogni
caso l’efficacia di questa tecnica è
estremamente variabile e dipende da
moltissime circostanze (area, specie,
situazione, stagione, singoli individui,
popolazioni locali etc.) |
Svantaggi |
Problemi legali, problemi etici, costi
elevati, ma soprattutto i risultati sono
molto spesso deludenti. L’uccisione
diretta, sia tramite sparo che tramite
altri sistemi, nella maggioranza dei
casi è totalmente da sconsigliare poiché
non risolve il problema delle specie
problematiche. L’uccisione diretta può
dare apparentemente dei buoni risultati
ma solo a breve termine e localizzati,
dando l’apparenza di essere una tecnica
funzionale, ma non risolvendo il
problema nella maggioranza delle
situazioni. |
Bibliografia |
Dolbeer, 1998; Dolbeer et al., 1993;
Dolbeer & Bucknall, 1997 |
Tipologia |
Tecniche di eliminazione diretta |
Descrizione |
La distruzione delle uova viene
utilizzata per ridurre una popolazione
locale di specie problematiche. Può
essere effettuata solo con licenze
speciali. Le uova non devono essere
tolte dal nido altrimenti avverrebbe una
seconda deposizione ma devono essere
“inattivate” per esempio bucandole con
un ago o spruzzandovi sopra della
paraffina liquida così da bloccarne la
schiusa. |
Costi |
Possono essere molto elevati perché tale
tecnica richiede molto lavoro umano |
Copertura |
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Specie |
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Efficacia |
Inattivare le uova attraverso spray di
paraffina liquida è la soluzione
migliore, ma si è visto (Christens &
Blokpoel, 1991) che spruzzando le uova
solo una volta nel Gabbiano reale, ad
esempio, porta comunque alla schiusa di
alcune di esse; per ottenere una morte
sicura degli embrioni e quindi nessuna
schiusa le uova devono essere spruzzate
con paraffina liquida per 3 volte
durante tutto il periodo di cova e ciò
richiede un vasto lavoro da parte degli
operatori. |
Svantaggi |
La distruzione delle uova difficilmente
riesce a ridurre una popolazione locale
poiché vi è sempre una immigrazione da
individui in dispersione da popolazioni
limitrofe non controllabili; è una
procedura che richiede molto lavoro
umano e dunque molto costosa. Si
presentano problemi sia etici che
legali. Essa è dunque una tecnica
sconsigliabile. |
Bibliografia |
Christens & Blokpoel, 1991; Baker et
al., 1993; |
Tipologia |
Tecniche di eliminazione diretta |
Descrizione |
Come per la distruzione delle uova,
anche la distruzione dei nidi richiede
dei permessi speciali; è una tecnica
molto dispendiosa in termini di tempo e
di lavoro. |
Costi |
Elevati |
Copertura |
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Specie |
È stata applicata su specie coloniali
come i Gabbiani ed i Cormorani |
Efficacia |
L’efficacia anche in questo caso è molto
bassa, e difficilmente si riesce a
ridurre una popolazione locale in
maniera significativa.
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Svantaggi |
Problemi legali ed etici, costi
economici ed in termini di tempo molto
elevati ma soprattutto scarsa efficacia
nel controllare una popolazione a causa
dell’immigrazione di individui da
popolazioni limitrofe. |
Bibliografia |
Ickes et al., 1998; Farquhar et al.,
2000; |
Testi e foto © by Hyerax (hyerax@gmail.com)
e www.falconeria.info
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