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Sono diverse le specie che, per un
motivo o un altro, possono arrecare disturbo o
danni alle attività umane: il tipo di problema
da esse arrecate può essere di diverso tipo, si
va dalle specie che arrecano danni economici
“consumando” risorse (uccelli dannosi
all’agricoltura, uccelli ittiofagi) alle specie
che portano problemi di tipo sanitario, fino
alle specie che provocano bird-strikes negli
aeroporti e quelle che invece danneggiano
strutture e attrezzature con le loro deiezioni o
con i nidi. Il capitolo seguente fornirà una
breve carrellata sulle principali specie
ornitiche “problematiche” che possono essere
controllate, con ottimi risultati, usando le
tecniche di falconeria e la metodologia
integrata.
Nome scientifico |
Columba livia |
Classificazione |
Aves, Columbiformes |
Peso |
240-300 grammi |
Lunghezza |
33 cm |
Habitat naturale |
Coste e pareti rocciose (Piccione
selvatico), la forma urbana vive nelle
città e in ambienti antropizzati |
Ambienti problematici |
Città, zone antropizzate, aeroporti |
Problemi provocati |
Danni all’agricoltura, birdstrikes negli
aeroporti.
Nelle città:
Danni ambientali:
Il problema maggiore è quello della
contaminazione fecale in strade piazze
edifici; tali danni si hanno soprattutto
su marmi, ma anche su altri materiali da
costruzione e sono dovuti ad una
combinazione di azione meccanica,
chimica e microbiologica.
Danni meccanici: l'azione
meccanica con le zampe e con il becco
determina erosioni delle superfici e
allargamento delle fessure.
Danni chimici: il guano che si
deposita sulle superfici determina in
combinazione con inquinanti atmosferici
e umidità dell'aria, determina una
azione corrosiva su marmi ed intonaci,
l'acqua porta i componenti chimici
all'interno delle fessure estendendo
l'azione corrosiva in profondità.
Problemi microbiologici: sul
materiale organico si sviluppano funghi
e batteri, i solfobatteri in particolare
trasformano lo zolfo dell'aria in acido
solforico il quale
attacca il carbonato di calcio del marmo.
Rischi sanitari: il
sovraffollamento determina forte
competizione, stress, maggiore
vulnerabilità alle malattie e di
conseguenza maggiori rischi anche per
l'uomo, soprattutto per i soggetti più
deboli: bambini, anziani, immunodepressi.
I rischi aumentano se la contaminazione
riguarda aree dove si svolgono attività
sanitarie (ospedali, laboratori,
mercati, luoghi di produzione,
commercializzazione e
immagazzinamento di alimenti). Diverse
zoonosi possono essere associate ad
inquinamento fecale da piccioni:
Clamidiosi, Salmonellosi,
Campilobacteriosi, Yersiniosi e
Micosi.
Esiste inoltre la possibilità che i
detriti cutanei e delle penne di
piccione, presenti in abbondanza
nell'ambiente, possano causare fenomeni
allergici in persone predisposte a tali
patologie. |
Uso di rapaci addestrati |
Per gli ambienti aperti (colture
agricole, aeroporti) il Pellegrino è
indubbiamente la specie di rapace più
idonea (e predatore naturale del
Piccione), ma anche gli altri Falconi
(Lanario, Sacri, Ibridi) sono adatti,
soprattutto se gli ambienti non sono
molto aperti. In ambienti chiusi,
capannoni, zone urbane la Poiana di
Harris invece risulta la specie più
adatta. |
Tecniche integrate |
Eliminazione e blocco dei posatoi
tipici, sensibilizzazione dei cittadini,
formazione di personale specializzato,
chiusura ed eliminazione dei nidi,
reintroduzione di rapaci in città e
piccionaie controllate. |
Nome scientifico |
Sturnus vulgaris |
Classificazione |
Aves, Passeriformes, Sturnidae |
Peso |
75-90 g |
Lunghezza |
21 cm |
Habitat naturale |
Soprattutto in prossimità dell’uomo,
zone agricole, città, parchi, giardini,
campi coltivati, frutteti etc |
Ambienti problematici |
Colture agricole, aeroporti e città |
Problemi provocati |
Rumore, guano, bird-strikes, danni alle
colture |
Uso di rapaci addestrati |
Il Falco pellegrino è sicuramente il
principale deterrente, estremamente
efficace anche su territori molto ampi
valido soprattutto per il bird-control
in ambienti aperti (agricoli,
aeroporti). In città è consigliabile
l’uso del Lanario o Sacro. |
Tecniche integrate principali |
Reti di protezione sulle colture,
dissuasori bioacustici a microprocessore
(per i dormitori il dissuasore si deve
attivare solo nelle ore notturne a
intervalli irregolari e con durata e
tipologia delle emissioni randomizzata
per evitare l’assuefazione). |
Nome scientifico |
Corvo comune (Corvus frugileus),
Gazza (Pica pica), Taccola
(Corvus monedula),
Ghiandaia (Garrulus glandarius),
Cornacchia grigia (Corvus
corone), Corvo imperiale (Corvus
corax) |
Classificazione |
Aves, Passeriformes, Corvidae |
Peso |
Da 140-190 grammi (Gazza, Ghiandaia) a
800-1500 grammi (Corvo imperiale) |
Lunghezza |
Da 34 a 64 cm in base alla specie |
Habitat naturale |
Parchi e giardini, città, ambienti
agricoli e antropizzati, colture,
frutteti, boschi, montagne e coste
rocciose, in base alla specie |
Ambienti problematici |
Quasi tutti |
Problemi provocati |
Predazione di uova e pulcini di specie
protette, bird-strikes negli aeroporti,
guano e sporcizia nei luoghi di roosting
o nei posatoi più frequentati |
Uso di rapaci addestrati |
Per Gazza e Ghiandaia lo Sparviere (Accipiter
nisus) è molto efficace, solo se si
riesce ad ottenere dalle Province il
permesso di caccia ai Corvidi tutto
l’anno. Per il solo allontanamento:
Falco pellegrino nelle zone molto
aperte, Harris nelle zone boscose e
ricche di vegetazione o in zone chiuse;
Lanario, Sacro o Ibridi in città o in
ambienti non molto aperti |
Tecniche integrate principali |
Dissuasori acustici e visivi, piani di
controllo con cattura o con uccisione. |
Nome scientifico |
Gabbiano comune (Larus
ridibundus), Gabbiano reale (Larus
argentatus e affini) |
Classificazione |
Aves, Charadriformes |
Peso |
225-235 g (Gabbiano comune) e 750-1250 g
(Gabbiano reale) |
Lunghezza |
Da 36 a 60 cm |
Habitat naturale |
Zone umide interne e costiere, coste
marine, città, discariche |
Ambienti problematici |
Città, discariche, aeroporti |
Problemi provocati |
Sporcizia e guano possono deteriorare le
strutture, birdstrikes negli aeroporti |
Uso di rapaci addestrati |
In ambienti aperti come le discariche e
gli aeroporti senza dubbio i Falchi
svolgono un ruolo fondamentale nella
dissuasione dei gabbiani: poiché il
gabbiano reale è un uccello di grossa
mole, molto forte è aggressivo, è bene
usare solo falconi di grossa mole come
le grosse femmine di Falco pellegrino di
sottospecie nordiche (per es. ssp
calidus), le grosse femmine di Falco
sacro o, meglio ancora, le grosse
femmine di falchi ibridi col Girfalco (Gyr/Sacro
e Gyr/Pellegrino, in primis). Per il
controllo del Gabbiano comune in
ambienti aperti o semi aperti vanno
invece bene tutte le specie del genere
Falco più utilizzate per la falconeria.
In ambienti chiusi o problematici la
Poiana di Harris, invece, è la scelta
migliore. |
Tecniche integrate principali |
Tecniche di isolamento, eliminazione o
blocco dei posatoi, reti, dissuasori
visivi ed acustici |
Nome scientifico |
Genere Phalacrocorax |
Classificazione |
Aves, Pelacaniformes |
Peso |
Da 550 a 2500 grammi |
Lunghezza |
Da 48 a 90 cm |
Habitat naturale |
Zone umide interne e costiere, coste
rocciose marine |
Ambienti problematici |
Allevamenti ittici e acquicoltura |
Problemi provocati principali |
Prelievo di pesce dalle vasche di
coltura, birdstrikes |
Uso di rapaci addestrati |
La Poiana di Harris è sicuramente la
specie più adatta per allontanare questi
uccelli. |
Tecniche integrate |
Progettazione apposita dei sistemi di
allevamento per evitare la predazione da
Cormorani, reti di protezione,
dissuasori meccanici, acustici e visivi. |
Nome scientifico |
Airone cenerino (Ardea cinerea),
Airone bianco maggiore (Egretta
alba), Garzetta (Egretta
garzetta), Airone guardabuoi (Bubulucus
ibis) |
Classificazione |
Aves, Ciconiiformes |
Peso |
Da 300-550 g (Garzetta, Guardabuoi) a
1500-2000 g (Airone cenerino e bianco
maggiore). |
Lunghezza |
Da 51-56 cm a 90 cm |
Habitat naturale |
Zone umide interne e costiere, campi
coltivati vicini a zone umide |
Ambienti problematici |
Aeroporti, allevamenti ittici e
acquicoltura |
Problemi provocati principali |
Prelievo di pesce e molluschi,
birdstrikes |
Uso di rapaci addestrati |
Possono essere solo rapaci di grossa
dimensione, la Poiana di Harris e, a
limite, la Poiana codarossa sono le
specie consigliate per allontanare gli
Ardeidi. |
Tecniche integrate |
Progettazione apposita dei sistemi di
allevamento per evitare la predazione da
Cormorani, reti di protezione,
dissuasori meccanici, acustici e visivi. |
Nome scientifico |
Famiglia Anatidae,
Charadriidae, Scolopacidae |
Classificazione |
Aves, Anseriformes e Charadriformes |
Peso |
Da 200 a 1500 grammi in base alla specie |
Lunghezza |
Da 20 a 65 cm in base alla specie |
Habitat naturale |
Zone umide interne e costiere |
Ambienti problematici |
Aeroporti |
Problemi provocati |
Birdstrikes |
Uso di rapaci addestrati |
I Falconi d’alto volo solo le specie
migliori per allontanare gli Anatidi ed
i Limicoli negli Aeroporti, poiché essi
sono in grado di coprire ampi spazi in
breve tempo. In alcuni casi però anche
l’intervento con gli Harris è di grande
aiuto |
Tecniche integrate principali |
Modificazione degli habitat per renderli
inospitali, dissuasori visivi ed
acustici, reti di protezione. |
Nome scientifico |
Coniglio selvatico (Oryctolagus
cuniculus) e Lepre europea (Lepus
europaeus) |
Classificazione |
|
Peso |
Da 1-2 kg per il Coniglio a 2,5-6,5 kg
per la Lepre |
Lunghezza |
Da 34 a 70 cm |
Habitat naturale |
Zone coltivate, boschi di latifoglie e
misti, brughiere, dune, zone erbose
naturali o coltivate di pianura e
collina associate ad arbusti, siepi e
boschetti. |
Ambienti problematici |
Aeroporti, coltivazioni |
Problemi provocati |
Danni alle colture, incidenti con aerei
in pista negli aeroporti |
Uso di rapaci addestrati |
L’utilizzo di rapaci da falconeria per
l’allontanamento dei Lagomorfi è una
tecnica piuttosto sperimentale. Sono
stati fatti alcuni tentativi nel Regno
Unito con risultati molto interessanti.
Nelle zone problematiche sarebbe molto
conveniente che le Province dessero ai
falconieri il permesso di addestrare i
rapaci tutto l’anno. Le specie da
utilizzare sono: Astòre, Harris e Poiana
Codarossa (in ordine di efficienza). |
Tecniche integrate |
Recinzioni di protezione |
Nome scientifico |
Ratti (genere Rattus), Topi
(genere Mus, Apodemus,
Microtus e simili) |
Classificazione |
Mammalia, Rodentia |
Peso |
Da 20 a 300 grammi in base alla specie |
Lunghezza |
Da 4 a 20 cm coda inclusa |
Habitat naturale |
Variabile in funzione della specie ma
soprattutto prati, campi e coltivi, zone
antropizzate e città. |
Ambienti problematici |
Zone urbane e antropizzate, zone
agricole, capannoni e depositi |
Problemi provocati |
Trasporto di patogeni e zoonosi per
l’uomo, distruzione e danno alle derrate
alimentari, danni all’agricoltura e agli
allevamenti |
Uso di rapaci addestrati |
Per il controllo biologico di queste
specie difficilmente si utilizzano
rapaci addestrati per la falconeria. I
progetti di controllo dei microroditori
mirano invece soprattutto a ripristinare
le popolazioni di rapaci e ricreare un
equilibrio ecologico negli ambienti
antropizzati perso da tempo; si può
procedere con tecniche di ingegneria
naturalistica, ripristino degli habitat,
installazione di apposite cassette nido
ed eventualmente con tecniche di
reintroduzione. |
Tecniche integrate principali |
Rodenticidi |
By
Paolo Taranto (raptorbiol@gmail.com)
Nella stragrande maggioranza dei
casi una specie diventa
dannosa/problematica/nociva perché si creano
degli squilibri ecologici (o meglio, si rompono
degli equilibri ecologici), generalmente causati
dalle attività umane. È il caso per esempio del
piccione urbano (Columba livia) o degli
storni (Sturnus vulgaris) in ambiente
urbano. La città offre a queste specie un
ambiente ideale: temperatura media più elevata
rispetto all’ambiente circostante, molte nicchie
di nidificazione, cibo abbondante ed assenza di
predatori. Proprio l’assenza dei predatori è uno
dei fattori primari di squilibrio ecologico: gli
ambienti urbani sono stati per lunghissimo tempo
inospitali per specie come i rapaci diurni e
notturni che solo negli ultimi anni stanno
riprendendo lentamente ad espandersi in città e
la popolazione di piccioni non ha avuto il
controllo naturale che avrebbe in un ambiente
più naturale ed equilibrato. Inoltre
l’abbondanza di cibo e di nicchie per la
nidificazione (due fattori che ecologicamente
parlando sono i principali limitanti
dell’espansione di una popolazione) ne facilita
l’esplosione demografica, con tutte le
conseguenze negative che ne derivano. Un
intervento di grande importanza dunque, nel
controllo delle popolazioni di piccione urbano,
consiste nel riequilibrare i rapporti ecologici
dell’ambiente cittadino, operando in modo da
permettere ai rapaci di ricolonizzare tale
ambiente. Anche in questo caso si deve operare
in maniera integrata: una sola specie di rapace
non è sufficiente ad operare un controllo valido
della popolazione di piccione ma la presenza di
diverse specie di predatori che, chi in un modo
chi in un altro, predano questa specie risulta
di gran lunga più efficiente: tra i predatori
urbani sicuramente il Falco pellegrino (Falco
peregrinus) è uno dei principali predatori
attivi del piccione cacciando soprattutto adulti
in volo; ad esso si aggiunge il Gheppio comune (Falco
tinnunculus) che preda principalmente pulli
e raramente adulti; l’Allocco (Strix aluco)
invece in ambiente urbano può predare sia pulli
che adulti durante la notte; altre specie in
grado di controllare la popolazione di piccione
infine sono la Taccola (Corvus monedula)
e la Cornacchia grigia (Corvus corone),
che consumano soprattutto uova e pulli. La
presenza contemporanea di questi predatori del
piccione ne può controllare la popolazione in
maniera biologica riportando anche un equilibrio
ecologico che in genere è stato perso negli
ambienti urbani.
È però da notare che, come
dimostrato da molti studi scientifici, la sola
presenza di una coppia di Falco pellegrino
nidificanti in città nonostante possa uccidere
oltre 400 piccioni in un anno non è sufficiente
a ridurre la popolazione locale di piccione
urbano, perché il range di caccia (Hunting
range) del Pellegrino è molto vasto e quindi
questo numero di piccioni uccisi è diluito in
un’area di almeno 80 km2 quindi su
una popolazione di piccione molto vasta; il
Pellegrino inoltre non caccia quasi mai nelle
vicinanze nel nido, per cui è facile osservare
più o meno lo stesso numero di piccioni in
un’area anche dopo l’insediamento di una coppia
nidificante di falchi. L’attività predatoria
integrata di più specie di predatori
(Pellegrino, Gheppio, Allocco, Corvidi) invece
ha un maggiore impatto sulla popolazione di
piccione locale. La presenza di un predatore
naturale di Piccioni come il Pellegrino è però
di grande utilità: questo falco infatti
“sceglie” solo degli individui sub-standard
durante la sua caccia, uccidendo con più
facilità piccioni malati, deboli, feriti; in
questo modo il Pellegrino opera una selezione
naturale ed una selezione “sanitaria” mantenendo
la popolazione di piccione in buono stato di
salute ed evitando dunque il diffondersi di
patologie tipicamente trasportate da questa
specie anche all’uomo (Clamidiosi, Salmonellosi,
Campilobacteriosi, Yersiniosi e Micosi).
Attualmente le popolazioni di Falco
pellegrino, Gheppio ed Allocco sono in forte
espansione e questi rapaci stanno colonizzando
spontaneamente le città anche se spesso hanno
difficoltà a trovare siti di nidificazione
adatti; un progetto di controllo biologico del
piccione attraverso il restauro delle
popolazioni di predatori dunque deve prevedere
l’installazione di nidi artificiali in
sufficiente numero e secondo i canoni necessari
per attrarre i rapaci e permetterne
l’insediamento in ambiente urbano; nei casi
estremi si può direttamente procedere al
rilascio tramite hacking di rapaci nati in
cattività (progetto di reintroduzione). Un
progetto di installazione di nidi artificiali ha
dei costi veramente irrisori ma garantisce
eccellenti risultati.
L’attuazione di progetti finalizzati
a stimolare un insediamento naturale di rapaci o
finalizzati alla reintroduzione dei rapaci
stessi da parte di una Amministrazione (Comune,
Provincia, Regione) dunque può portare a
numerosissimi vantaggi con una spesa spesso
molto esigua. I vantaggi sono i seguenti:
1)
Controllo igienico della popolazione del
piccione
2)
Controllo numerico della popolazione di piccione
3)
Ripristino degli equilibri ecologici in ambiente
urbano
4)
Attuazione di un “controllo biologico” non
invasivo né cruento, con grande ritorno di
immagine per l’Amministrazione
5)
I rapaci sono specie bandiera che dunque
permettono un forte impatto sul pubblico con
relativo immenso ritorno di immagine
6)
Un progetto di ripristino delle popolazioni di
rapaci in città consente anche la protezione e
conservazione di queste specie
7)
Sui nidi artificiali
possono essere installate delle webcam che
trasmettono le immagini in diretta su Internet,
coinvolgendo e sensibilizzando così migliaia di
persone. Alcuni esempi di progetti simili sono
visibili sul sito
www.birdcam.it
Testi e foto © by Hyerax (hyerax@gmail.com)
e www.falconeria.info
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concetti di questa pagina web,
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