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 La scelta

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La scelta della specie di rapace dipenderà dalla tipologia di attività cui ci si vuole dedicare. Come vedremo successivamente infatti esistono diversi modi per tenere un rapace notturno in cattività e li analizzeremo più in dettaglio nei capitoli successivi. La scelta della giusta modalità di detenzione e, di conseguenza, anche della specie del vostro primo rapace notturno è fondamentale! Ciò perché compiendo una buona scelta si è già a metà strada…mentre, compiendo una cattiva scelta si andrà inevitabilmente a scontrarsi con vari problemi, che coinvolgono anche la salute e il benessere del rapace che avete acquistato (inclusa la morte o la fuga), oltre che la vostra pazienza e il vostro portafoglio!

 

3.1 Quale rapace scegliere?

Le specie consigliate per ogni tipo di attività verranno descritte successivamente negli appositi capitoli dedicati alle diverse tipologie di attività. Questo paragrafo affronterà la scelta della specie in linea generale. Possono essere addestrati per il volo libero molte specie di rapaci notturni sebbene non tutte le specie dovrebbero essere usate per l’addestramento. Il motivo di ciò è la delicatezza e rarità della specie: per esempio una specie molto rara in cattività o anche allo stato selvatico non dovrebbe essere addestrata ma bensì sarebbe meglio tenerla per progetti di riproduzione in cattività e cioè per attività più conservative e allo stesso modo, specie di mole troppo piccola come gli Assioli (europeo, asiatico, americano etc.) o le Civette non sono adatte ad essere addestrate, soprattutto da un neofita perché troppo piccole e delicate. Come per i diurni infatti anche relativamente ai rapaci notturni il neofita non dovrebbe scegliere le specie più piccole. Più, infatti, un uccello è piccolo e più sarà facile abbassare eccessivamente il suo peso (anche per errore) a tal punto da ucciderlo o farlo ammalare. È però da notare che anche l’opposto non è consigliabile, infatti un Gufo reale europeo è eccessivamente grosso (le femmine delle sottospecie nordiche possono arrivare a 4 kg) e se, da un lato, colpisce per questa sua molte, dall’altro lato per il neofita può essere un rapace abbastanza ostico poichè la grossa mole ne rende difficile il controllo del peso e dunque lo rende svogliato e difficoltoso da addestrare. E’ meglio quindi farsi prima una adeguata esperienza con i notturni di medie dimensioni.

In linea generale, per iniziare, sarebbe dunque consigliabile partire con specie di media/grossa dimensione come i Gufi reali (genere Bubo) o il Barbagianni o gli Allocchi (genere Strix). La scelta del vostro primo Strigiforme verrà basata sul vostro obiettivo: se volete tenere un rapace notturno come pet non addestrato o volete addestrarlo per portarlo a spasso, possono andare bene le specie citate sopra (Bubo, Strix, Barbagianni), se volete tenere un rapace notturno come pet non addestrato potete anche pensare ad un Assiolo o Civetta; se volete tentare di andare a caccia dovrete per forza scegliere un Gufo reale europeo (Bubo bubo), se invece volete fare riproduzione in cattività possono andare bene tutte le specie  ma quella che rende meglio ed è quindi la migliore per i neofiti è il Barbagianni.

Per quanto riguarda l’addestramento, la cosa migliore da fare è addestrare solo rapaci notturni allevati a mano e non allevati dai genitori (il che li rende molto “selvatici” e vi servirebbe un tempo più o meno lungo per ammansirli). Qualcuno che ci ha provato potrebbe ribattere che addestrare rapaci notturni allevati dai genitori e quindi non imprintati sull’uomo è la stessa cosa che nei rapaci diurni ma, in base a molte esperienze fatte, si è infatti visto che tali individui rischiano più facilmente di morire o ammalarsi per lo stress dell’addestramento e se ciò non avviene comunque resteranno molto selvatici, aggressivi e sempre stressati e sofferenti a causa dello stress fisico e alimentare dovuto all’addestramento. Essi dovranno essere abbassati molto di peso e questo è sbagliato perché diventeranno presto degli urlatori e si indebolirà troppo il loro sistema immunitario. Non è giusto tentare di ammansire un rapace notturno “selvatico” (cioè “parent reared”). Tra l’altro ciò è anche del tutto inutile in quanto oggi i rapaci notturni che si possono tenere in cattività devono essere acquistati da allevatori autorizzati che li riproducano in cattività e dunque è facilissimo ottenerli allevati a mano.

Molti di voi penseranno che per addestrare e far volare liberi i notturni bisognerà operare nelle ore notturne, ma ciò in realtà non è vero. Questi animali di giorno ci vedono benissimo sebbene siano adattati ad una certa sensibilità visiva notturna. Certo, bisogna dire che alcune specie di giorno possono essere infastidite dalla luce eccessiva, e sarà necessario evitare di farli lavorare in condizioni di luminosità eccessiva, evitando le giornate e le ore del giorno fortemente soleggiate (ore centrali). In effetti, da questo punto di vista, si può fare una comoda distinzione basandosi sul colore degli occhi. Tanto più l’iride è gialla e tanto più la specie è idonea a lavorare anche di giorno e viceversa, tanto più è di colore scuro e tanto meglio la specie è adattata alla vita notturna e sarà infastidita dalla luce troppo forte (ma ci vede lo stesso, il problema è che è infastidita dalla luce, poiché i suoi occhi hanno una specie di sistema di amplificazione della luce, bisognerebbe dunque portarlo fuori solo quando il sole non è abbagliante). Da questo punto di vista il Bubo africanus prima citato si presta ottimamente, i suoi occhi ad iride gialla gli permettono infatti di lavorare in tutte le condizioni di luce, oltre che rendere l’animale particolarmente bello. Sempre parlando della luce-buio, è da considerare l’importanza fotoperiodica di questo fattore. Infatti, sebbene i notturni possano tranquillamente lavorare anche di giorno, in realtà la luce diurna ne inibisce l’attività; si noterà infatti che durante la mattinata questi animali sono molto passivi e restii a lavorare. La luce agendo sul loro sistema nervoso, ne rallenta le attività. Allora le ore migliori sono la prima mattinata e, soprattutto il tardo pomeriggio, quando cioè il sole è ormai all’orizzonte.

 

 

 

 

Fig.3.1.1: Coppia di Bubo virginianus in voliera. Sono rapaci molto belli, anche grazie al colore dell’iride (giallo) anche se di mole non troppo grande

 

 

 

Fig. 3.3.2: L’Assiolo è sconsigliabile come primo rapace e, in genere, è sconsigliabile anche agli esperti tentare di addestrarlo a causa della sua piccola mole.

 

3.2 Perché addestrare i rapaci notturni

Come al solito, c’è da porsi la classica domanda: perché addestrare un rapace notturno? Perché acquistare un rapace notturno? Le risposte possono essere diverse e indicano le diverse modalità in cui un rapace notturno può essere tenuto e gestito in cattività:

1) Per dimostrazioni di volo ed esibizioni, nel caso di centri pubblici di falconeria.

2) Semplicemente per il volo libero, senza fini venatori. Per avere un animale domestico, alla stregua di un cane, da portarci in giro quando passeggiamo per prati e boschi.

3) Per andarci a caccia.

4) Come “pet”: cioè semplicemente come animale domestico da tenere a casa, rispettando il suo benessere, senza addestrarlo al volo libero.

Per quanto riguarda i punti 1 e 2 potremo usare molte specie tra cui il bellissimo (ed economico) Barbagianni, ma anche il Gufo comune, l’Allocco, il Gufo delle nevi, l’Allocco di Lapponia o il Gufo reale africano o il virginiano ma anche il Gufo reale europeo. In questi casi non ci interessa la caccia attiva ai Vertebrati, e sarà sufficiente preparare l’animale al richiamo al pugno e alla pertica/blocco (nel caso dei centri di dimostrazione), o a seguirci e abituare i rapaci a stare a contatto col pubblico. Ovviamente è importante anche l’addestramento al logoro, ma in questi casi si può usare anche un logoro a forma di topo. Il traino al logoro è infatti molto bello da vedere in una dimostrazione di volo in un centro pubblico di falconeria, e per alcune specie come il Gufo reale serve a mostrare al pubblico le loro tecniche di caccia in natura, ma ci aiuterà anche a richiamare giù un Gufo che non vuole muoversi dall’albero in cui si è appollaiato.

Per quanto riguarda il punto 3, il problema maggiore nell’usare i notturni a caccia è che se si legge un qualsiasi libro sulla loro storia naturale si vedrà che a parte alcune specie specializzate in pesci o altri cibi, tutti gli altri mangiano soprattutto topi, arvicole e insetti. Solo per alcune specie di Gufi reali si troverà che mangiano prede più grosse (Conigli, Lepri), che possono cacciare anche in maniera attiva, e comunque sarà molto difficile addestrarli a tali prede. Questo non significa obbligatoriamente che non si può cacciare con i notturni, solo che ci sono delle tecniche sicuramente migliori della caccia con un Gufo addestrato (che deve comunque essere condotta in ore di poca luminosità ambientale). Comunque se è questo che volete, provate. Solo alcune specie si prestano ad essere addestrate alla caccia. Solo i Gufi reali di maggiori dimensioni possono catturare conigli e lepri. Le ssp. nordiche del Gufo reale europeo (per es. il sibiricus) normalmente raggiungono delle dimensioni notevoli che permettono loro di attaccare anche grosse prede.

I rapaci notturni che possono essere tenuti semplicemente come pets, cioè come animali domestici (punto 4) sono più o meno gli stessi elencati per i punti 1 e 2 cioè praticamente tutte le specie. In questo caso è però da considerare la rumorosità del rapace, poiché esso verrà tenuto in casa con noi e anche le sue dimensioni: tenere in casa un Gufo reale europeo di 3 kg di peso può dare alcuni problemi soprattutto se la casa è piccola; diverso è invece il caso in cui si tiene un Allocco o un Gufo reale africano. I Barbagianni sono tra le specie più rumorose in assoluto e, sebbene di dimensioni piccole e quindi adatto ad essere tenuto libero in casa, può provocare diversi problemi con i vicini o fastidi a noi stessi a causa delle sue fastidiosissime ed acutissime vocalizzazioni. Da un punto di vista di detenzione in appartamento i gufi appartenente al genere Bubo sono la scelta migliore, poiché le loro vocalizzazioni sono molto cupe e udibili solo a pochi metri di distanza nella maggior parte dei casi.

Da un punto di vista di benessere animale, se si decide di acquistare un rapace notturno per tenerlo in casa come animale domestico, e non lo si vuole addestrare al volo libero, è assolutamente fondamentale garantirgli un ampio spazio di libertà all’interno del locale dove viene tenuto (voliera interna, voliera esterna, libero per casa).

 

 

Fig. 3.2.1: Gufo delle nevi Bubo scandiacus. Anche questi rapaci sono molto grossi, pur non raggiungendo le dimensioni di alcune ssp di Gufo reale. Purtroppo il clima italiano non è idoneo alla loro vita in cattività: sono moltissimi i casi di morte a causa di stress climatico con conseguente indebolimento del sistema immunitario. Per cui è sconsigliato il loro acquisto e soprattutto l’addestramento (almeno nelle regioni meridionali, diciamo dall’EmiliaRomagna in giù).

 

 

3.3 Procurarsi il rapace

 Moltissimi allevatori oggi, anche in Italia, riescono a riprodurre con facilità varie specie di rapaci notturni. Una volta ottenuto il contatto, assicuratevi che sia un allevatore serio e che i rapaci che alleva siano perfettamente regolari; informatevi dei prezzi su internet e su altri allevatori per verificare se vi stanno vendendo il rapace ad un prezzo eccessivo ma ricordate che i prezzi non sono fissi e possono variare molto di anno in anno in base alla legge della domanda/offerta. Se volete essere pignoli inoltre, prima di acquistare il rapace fatevi mandare fotocopia del documento CITES e fatelo controllare dall’ufficio cites della vostra provincia.

Se possibile, fare in modo che il giovane rapace che state comprando stia con i suoi simili per le prime settimane di vita, durante l’allevamento a mano; prendetelo con voi solo quando avrà il piumaggio quasi sviluppato completamente. Acquistare il rapace a questa età ha un piccolo svantaggio: per la prima settimana/10 giorni che starà con voi sarà ancora pauroso, vi soffierà e schioccherà perché non si è ancora abituato a voi, ma ci metterà poco a diventare docile e affezionarsi. In questo modo avrete un animale calmo e tranquillo ma allo stesso tempo non completamente imprintato sull’uomo (e penserà di essere ancora un gufo). In questi casi si parla di “dual-imprinting” cioè gli “oggetti” su cui è imprintato il rapace sono contemporaneamente due: l’uomo ed i suoi simili.

 

 

Fig. 3.3.1: Pulli di Gufo reale europeo (Bubo bubo) di 4 settimane di età. Già a questa età sono molto giocherelloni e bisogna assecondarli. I due pulli della foto sono stati acquistati a questa età, che per il gufo reale è l’età consigliabile e sono stati allevati in giardino, completamente liberi, una specie di “owl hacking” che gli ha permesso di abituarsi all’ambiente esterno sin dalla tenera età.

 

Tenetevi in contatto con l’allevatore per avere notizie dell’animale. E non dimenticate di chiedere quale cibo viene usato in maniera da non stressare il rapace all’arrivo a casa con un cibo che lui non conosce, ma cercate di usare il cibo che gli è più familiare ed eventualmente passate poi gradualmente agli altri tipi. E’ bene usare vari tipi di cibo e non una dieta monotona. Poi si scopriranno anche cibi di cui è più o meno ghiotto, in tal caso non usate quelli di cui è più ghiotto come gestione giornaliera del rapace, ma sfruttateli per l’addestramento. Altra importante informazione è chiedere all’allevatore in che modo ha abituato a mangiare l’animale (se sul pugno, sulla mangiatoia, a terra ecc.). Di solito comunque i DOCs (pulcini di pollo di un giorno) saranno il cibo preferito.

 

 

Fig. 3.3.2: Pullus di Gufo reale europeo di 3 gg di età, durante le fasi di allevamento a mano. In questo momento ha appena finito di mangiare ed è entrato nella dura fase della digestione.

 

 

 

Fi. 3.3.3: Il Barbagianni è la specie più consigliata per chi vuole cimentarsi nella riproduzione in cattività dei rapaci notturni e acquisire rapidamente esperienza, ottenendo da subito ottimi risultati.

 

 

Fig. 3.3.4: Questo barbagianni ha quasi 3 settimane di età ed è già in grado di stare in piedi e camminare ma deve ancora essere imbeccato.

 

 

 

Testi e foto © by Hyerax (hyerax@gmail.com) e www.falconeria.info

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