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La scelta della specie di rapace dipenderà dalla
tipologia di attività cui ci si vuole dedicare. Come
vedremo successivamente infatti esistono diversi
modi per tenere un rapace notturno in cattività e li
analizzeremo più in dettaglio nei capitoli
successivi. La scelta della giusta modalità di
detenzione e, di conseguenza, anche della specie del
vostro primo rapace notturno è fondamentale! Ciò
perché compiendo una buona scelta si è già a metà
strada…mentre, compiendo una cattiva scelta si andrà
inevitabilmente a scontrarsi con vari problemi, che
coinvolgono anche la salute e il benessere del
rapace che avete acquistato (inclusa la morte o la
fuga), oltre che la vostra pazienza e il vostro
portafoglio!
Le specie consigliate per ogni tipo di attività
verranno descritte successivamente negli appositi
capitoli dedicati alle diverse tipologie di
attività. Questo paragrafo affronterà la scelta
della specie in linea generale. Possono essere
addestrati per il volo libero molte specie di rapaci
notturni sebbene non tutte le specie dovrebbero
essere usate per l’addestramento. Il motivo di ciò è
la delicatezza e rarità della specie: per esempio
una specie molto rara in cattività o anche allo
stato selvatico non dovrebbe essere addestrata ma
bensì sarebbe meglio tenerla per progetti di
riproduzione in cattività e cioè per attività più
conservative e allo stesso modo, specie di mole
troppo piccola come gli Assioli (europeo, asiatico,
americano etc.) o le Civette non sono adatte ad
essere addestrate, soprattutto da un neofita perché
troppo piccole e delicate. Come per i diurni infatti
anche relativamente ai rapaci notturni il neofita
non dovrebbe scegliere le specie più piccole. Più,
infatti, un uccello è piccolo e più sarà facile
abbassare eccessivamente il suo peso (anche per
errore) a tal punto da ucciderlo o farlo ammalare. È
però da notare che anche l’opposto non è
consigliabile, infatti un Gufo reale europeo è
eccessivamente grosso (le femmine delle sottospecie
nordiche possono arrivare a 4 kg) e se, da un lato,
colpisce per questa sua molte, dall’altro lato per
il neofita può essere un rapace abbastanza ostico
poichè la grossa mole ne rende difficile il
controllo del peso e dunque lo rende svogliato e
difficoltoso da addestrare. E’ meglio quindi farsi
prima una adeguata esperienza con i notturni di
medie dimensioni.
In linea generale, per iniziare, sarebbe dunque
consigliabile partire con specie di media/grossa
dimensione come i Gufi reali (genere Bubo) o
il Barbagianni o gli Allocchi (genere Strix).
La scelta del vostro primo Strigiforme verrà basata
sul vostro obiettivo: se volete tenere un rapace
notturno come pet non addestrato o volete
addestrarlo per portarlo a spasso, possono andare
bene le specie citate sopra (Bubo, Strix,
Barbagianni), se volete tenere un rapace notturno
come pet non addestrato potete anche pensare ad un
Assiolo o Civetta; se volete tentare di andare a
caccia dovrete per forza scegliere un Gufo reale
europeo (Bubo bubo), se invece volete fare
riproduzione in cattività possono andare bene tutte
le specie ma quella che rende meglio ed è quindi la
migliore per i neofiti è il Barbagianni.
Per quanto riguarda l’addestramento, la cosa
migliore da fare è addestrare solo rapaci notturni
allevati a mano e non allevati dai genitori (il che
li rende molto “selvatici” e vi servirebbe un tempo
più o meno lungo per ammansirli). Qualcuno che ci ha
provato potrebbe ribattere che addestrare rapaci
notturni allevati dai genitori e quindi non
imprintati sull’uomo è la stessa cosa che nei rapaci
diurni ma, in base a molte esperienze fatte, si è
infatti visto che tali individui rischiano più
facilmente di morire o ammalarsi per lo stress
dell’addestramento e se ciò non avviene comunque
resteranno molto selvatici, aggressivi e sempre
stressati e sofferenti a causa dello stress fisico e
alimentare dovuto all’addestramento. Essi dovranno
essere abbassati molto di peso e questo è sbagliato
perché diventeranno presto degli urlatori e si
indebolirà troppo il loro sistema immunitario. Non è
giusto tentare di ammansire un rapace notturno
“selvatico” (cioè “parent reared”). Tra l’altro ciò
è anche del tutto inutile in quanto oggi i rapaci
notturni che si possono tenere in cattività devono
essere acquistati da allevatori autorizzati che li
riproducano in cattività e dunque è facilissimo
ottenerli allevati a mano.
Molti di voi penseranno che per addestrare e far
volare liberi i notturni bisognerà operare nelle ore
notturne, ma ciò in realtà non è vero. Questi
animali di giorno ci vedono benissimo sebbene siano
adattati ad una certa sensibilità visiva notturna.
Certo, bisogna dire che alcune specie di giorno
possono essere infastidite dalla luce eccessiva, e
sarà necessario evitare di farli lavorare in
condizioni di luminosità eccessiva, evitando le
giornate e le ore del giorno fortemente soleggiate
(ore centrali). In effetti, da questo punto di
vista, si può fare una comoda distinzione basandosi
sul colore degli occhi. Tanto più l’iride è gialla e
tanto più la specie è idonea a lavorare anche di
giorno e viceversa, tanto più è di colore scuro e
tanto meglio la specie è adattata alla vita notturna
e sarà infastidita dalla luce troppo forte (ma ci
vede lo stesso, il problema è che è infastidita
dalla luce, poiché i suoi occhi hanno una specie di
sistema di amplificazione della luce, bisognerebbe
dunque portarlo fuori solo quando il sole non è
abbagliante). Da questo punto di vista il Bubo
africanus prima citato si presta ottimamente, i
suoi occhi ad iride gialla gli permettono infatti di
lavorare in tutte le condizioni di luce, oltre che
rendere l’animale particolarmente bello. Sempre
parlando della luce-buio, è da considerare
l’importanza fotoperiodica di questo fattore.
Infatti, sebbene i notturni possano tranquillamente
lavorare anche di giorno, in realtà la luce diurna
ne inibisce l’attività; si noterà infatti che
durante la mattinata questi animali sono molto
passivi e restii a lavorare. La luce agendo sul loro
sistema nervoso, ne rallenta le attività. Allora le
ore migliori sono la prima mattinata e, soprattutto
il tardo pomeriggio, quando cioè il sole è ormai
all’orizzonte.
Fig.3.1.1: Coppia di
Bubo virginianus in voliera. Sono
rapaci molto belli, anche grazie al
colore dell’iride (giallo) anche se di
mole non troppo grande |
Fig. 3.3.2: L’Assiolo è sconsigliabile come
primo rapace e, in genere, è
sconsigliabile anche agli esperti
tentare di addestrarlo a causa della sua
piccola mole. |
Come al solito, c’è da porsi la classica domanda:
perché addestrare un rapace notturno? Perché
acquistare un rapace notturno? Le risposte possono
essere diverse e indicano le diverse modalità in cui
un rapace notturno può essere tenuto e gestito in
cattività:
1) Per dimostrazioni di volo ed esibizioni, nel caso
di centri pubblici di falconeria.
2) Semplicemente per il volo libero, senza fini
venatori. Per avere un animale domestico, alla
stregua di un cane, da portarci in giro quando
passeggiamo per prati e boschi.
3) Per andarci a caccia.
4) Come “pet”: cioè semplicemente come animale
domestico da tenere a casa, rispettando il suo
benessere, senza addestrarlo al volo libero.
Per quanto riguarda i punti 1 e 2 potremo usare
molte specie tra cui il bellissimo (ed economico)
Barbagianni, ma anche il Gufo comune, l’Allocco, il
Gufo delle nevi, l’Allocco di Lapponia o il Gufo
reale africano o il virginiano ma anche il Gufo
reale europeo. In questi casi non ci interessa la
caccia attiva ai Vertebrati, e sarà sufficiente
preparare l’animale al richiamo al pugno e alla
pertica/blocco (nel caso dei centri di
dimostrazione), o a seguirci e abituare i rapaci a
stare a contatto col pubblico. Ovviamente è
importante anche l’addestramento al logoro, ma in
questi casi si può usare anche un logoro a forma di
topo. Il traino al logoro è infatti molto bello da
vedere in una dimostrazione di volo in un centro
pubblico di falconeria, e per alcune specie come il
Gufo reale serve a mostrare al pubblico le loro
tecniche di caccia in natura, ma ci aiuterà anche a
richiamare giù un Gufo che non vuole muoversi
dall’albero in cui si è appollaiato.
Per quanto riguarda il punto 3, il problema maggiore
nell’usare i notturni a caccia è che se si legge un
qualsiasi libro sulla loro storia naturale si vedrà
che a parte alcune specie specializzate in pesci o
altri cibi, tutti gli altri mangiano soprattutto
topi, arvicole e insetti. Solo per alcune specie di
Gufi reali si troverà che mangiano prede più grosse
(Conigli, Lepri), che possono cacciare anche in
maniera attiva, e comunque sarà molto difficile
addestrarli a tali prede. Questo non significa
obbligatoriamente che non si può cacciare con i
notturni, solo che ci sono delle tecniche
sicuramente migliori della caccia con un Gufo
addestrato (che deve comunque essere condotta in ore
di poca luminosità ambientale). Comunque se è questo
che volete, provate. Solo alcune specie si prestano
ad essere addestrate alla caccia. Solo i Gufi reali
di maggiori dimensioni possono catturare conigli e
lepri. Le ssp. nordiche del Gufo reale europeo (per
es. il sibiricus) normalmente raggiungono
delle dimensioni notevoli che permettono loro di
attaccare anche grosse prede.
I rapaci notturni che possono essere tenuti
semplicemente come pets, cioè come animali domestici
(punto 4) sono più o meno gli stessi elencati per i
punti 1 e 2 cioè praticamente tutte le specie. In
questo caso è però da considerare la rumorosità del
rapace, poiché esso verrà tenuto in casa con noi e
anche le sue dimensioni: tenere in casa un Gufo
reale europeo di 3 kg di peso può dare alcuni
problemi soprattutto se la casa è piccola; diverso è
invece il caso in cui si tiene un Allocco o un Gufo
reale africano. I Barbagianni sono tra le specie più
rumorose in assoluto e, sebbene di dimensioni
piccole e quindi adatto ad essere tenuto libero in
casa, può provocare diversi problemi con i vicini o
fastidi a noi stessi a causa delle sue
fastidiosissime ed acutissime vocalizzazioni. Da un
punto di vista di detenzione in appartamento i gufi
appartenente al genere Bubo sono la scelta migliore,
poiché le loro vocalizzazioni sono molto cupe e
udibili solo a pochi metri di distanza nella maggior
parte dei casi.
Da un punto di vista di benessere animale, se si
decide di acquistare un rapace notturno per tenerlo
in casa come animale domestico, e non lo si vuole
addestrare al volo libero, è assolutamente
fondamentale garantirgli un ampio spazio di libertà
all’interno del locale dove viene tenuto (voliera
interna, voliera esterna, libero per casa).
Fig. 3.2.1: Gufo delle nevi Bubo
scandiacus. Anche questi rapaci sono
molto grossi, pur non raggiungendo le
dimensioni di alcune ssp di Gufo reale.
Purtroppo il clima italiano non è idoneo
alla loro vita in cattività: sono
moltissimi i casi di morte a causa di
stress climatico con conseguente
indebolimento del sistema immunitario.
Per cui è sconsigliato il loro acquisto
e soprattutto l’addestramento (almeno
nelle regioni meridionali, diciamo dall’EmiliaRomagna
in giù). |
Moltissimi
allevatori oggi, anche in Italia, riescono a
riprodurre con facilità varie specie di rapaci
notturni. Una volta ottenuto il contatto,
assicuratevi che sia un allevatore serio e che i
rapaci che alleva siano perfettamente regolari;
informatevi dei prezzi su internet e su altri
allevatori per verificare se vi stanno vendendo il
rapace ad un prezzo eccessivo ma ricordate che i
prezzi non sono fissi e possono variare molto di
anno in anno in base alla legge della
domanda/offerta. Se volete essere pignoli inoltre,
prima di acquistare il rapace fatevi mandare
fotocopia del documento CITES e fatelo controllare
dall’ufficio cites della vostra provincia.
Se possibile, fare in modo che il giovane rapace che
state comprando stia con i suoi simili per le prime
settimane di vita, durante l’allevamento a mano;
prendetelo con voi solo quando avrà il piumaggio
quasi sviluppato completamente. Acquistare il rapace
a questa età ha un piccolo svantaggio: per la prima
settimana/10 giorni che starà con voi sarà ancora
pauroso, vi soffierà e schioccherà perché non si è
ancora abituato a voi, ma ci metterà poco a
diventare docile e affezionarsi. In questo modo
avrete un animale calmo e tranquillo ma allo stesso
tempo non completamente imprintato sull’uomo (e
penserà di essere ancora un gufo). In questi casi si
parla di “dual-imprinting” cioè gli “oggetti” su cui
è imprintato il rapace sono contemporaneamente due:
l’uomo ed i suoi simili.
Fig. 3.3.1: Pulli di Gufo reale
europeo (Bubo bubo) di 4
settimane di età. Già a questa età sono
molto giocherelloni e bisogna
assecondarli. I due pulli della foto
sono stati acquistati a questa età, che
per il gufo reale è l’età consigliabile
e sono stati allevati in giardino,
completamente liberi, una specie di “owl
hacking” che gli ha permesso di
abituarsi all’ambiente esterno sin dalla
tenera età. |
Tenetevi in contatto con l’allevatore per avere
notizie dell’animale. E non dimenticate di chiedere
quale cibo viene usato in maniera da non stressare
il rapace all’arrivo a casa con un cibo che lui non
conosce, ma cercate di usare il cibo che gli è più
familiare ed eventualmente passate poi gradualmente
agli altri tipi. E’ bene usare vari tipi di cibo e
non una dieta monotona. Poi si scopriranno anche
cibi di cui è più o meno ghiotto, in tal caso non
usate quelli di cui è più ghiotto come gestione
giornaliera del rapace, ma sfruttateli per
l’addestramento. Altra importante informazione è
chiedere all’allevatore in che modo ha abituato a
mangiare l’animale (se sul pugno, sulla mangiatoia,
a terra ecc.). Di solito comunque i DOCs (pulcini di
pollo di un giorno) saranno il cibo preferito.
Fig. 3.3.2: Pullus di
Gufo reale europeo di 3 gg di età,
durante le fasi di allevamento a mano.
In questo momento ha appena finito di
mangiare ed è entrato nella dura fase
della digestione. |
Fi. 3.3.3: Il Barbagianni è la specie più
consigliata per chi vuole cimentarsi
nella riproduzione in cattività dei
rapaci notturni e acquisire rapidamente
esperienza, ottenendo da subito ottimi
risultati. |
Fig. 3.3.4: Questo barbagianni
ha quasi 3 settimane di età ed è già in
grado di stare in piedi e camminare ma
deve ancora essere imbeccato. |
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