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 I preventivi: rapacicoltura

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Con la riproduzione in cattività cambiamo radicalmente argomento rispetto alle altre discipline viste sopra. In questo caso non si tratta di addestrare rapaci ma di mantenerli in cattività (allevamento) e riprodurli. Per chi non ha il tempo o le possibilità di impegno o gli spazi necessari all’addestramento dei rapaci, la riproduzione in cattività è sicuramente un’ottima alternativa oltre che una eccellente porta aperta verso la falconeria poiché permette di farsi una notevole esperienza e, perché no, di avere sempre una fonte continua di rapaci da utilizzare e dunque avere meno problemi economici. Aggiungerei anche che se ben gestita, la riproduzione in cattività dei rapaci ha anche un importantissimo ruolo nella conservazione delle specie e può dare degli ottimi guadagni, per chi è interessato a questo aspetto economico. Questa attività tra quelle relative ai rapaci in cattività (falconeria, guferia, rapacicoltura) è infatti la più semplice: in pochissime parole l’iter è costruire la voliera, metterci dentro una coppia e dargli da mangiare, assicurandosi di gestire gli animali nel massimo rispetto del loro benessere fisico e psicologico. Basta avere delle semplici basi di allevamento di altri animali e uccelli ed un minimo di esperienza ed il gioco è fatto. Certamente anche per la riproduzione in cattività dei rapaci si devono obbligatoriamente prima acquisire delle informazioni sulla specie che si sta andando ad allevare. Tali informazioni comunque possono essere reperite studiando gli appositi manuali disponibili sul mercato e sul sito www.falconeria.info. Se poi è nostra intenzione perfezionarci, utilizzare le tecniche avanzate o allevare specie complicate il necessario bagaglio di conoscenza sarà maggiore e verrà in parte acquisito con l’esperienza, con i contatti con altri allevatori e in parte con la lettura e lo studio di testi più approfonditi.

 

Preventivo del tempo per la rapacicoltura:

Questa attività a differenza di tutte le altre, poiché non fa uso di rapaci addestrati richiede praticamente un tempo ridottissimo. Non esiste un addestramento iniziale degli animali né un tempo di allenamento, per cui l’unico tempo che ci richiederà sarà quello dell’alimentazione quotidiana degli animali (pochi minuti di solito, poi comunque dipende dal numero di coppie) e per le pulizie ordinarie (1 volta al mese) e straordinarie (1 volta all’anno), che richiederanno invece qualche oretta in più.

 

Preventivo dello spazio per la rapacicoltura:

La riproduzione dei rapaci richiede spazi forse maggiori rispetto alla detenzione dei rapaci addestrati (notturni o diurni). Ovviamente se ci si limita ad una sola coppia e per di più di piccole dimensioni gli spazi sono ridottissimi (per es. 2 x 2 mt e 2-3 mt di altezza per una coppia di Gheppio comune già sono sufficienti). Ma aumentando il numero di coppie aumenterà anche lo spazio. IVorrei far notare che le voliere per chi avesse poca disponibilità di spazio, possono essere tranquillamente montate anche a 2 piani, ma ovviamente la spesa aumenta leggermente per via dell’uso di strutture più rinforzate.

 

Preventivo dell'impegno richiesto dalla rapacicoltura

La rapacicoltura è forse la disciplina meno impegnativa, sotto certi punti di vista, rispetto a tutte le altre analizzate finora. Questo non è sempre vero però, infatti l'impegno necessario per ottenere dei buoni risultati è proporzionale alle difficoltà intrinseche delle specie che si vogliono riprodurre e alle difficoltà delle tecniche che si vogliono applicare per incrementarne eventualmente la produttività. In genere, se la vostra intenzione è, almeno all'inizio, di concentrarvi sulla riproduzione con tecniche naturali (accoppiamento naturale, incubazione naturale, allevamento naturale dei pulli) di una specie semplice (come i Gheppi o i Barbagianni, per es.) o di una specie di media difficoltà (per es. Falco pellegrino, altri Falconi, Gufo delle nevi ecc.), l'impegno richiesto è veramente poco e i vostri risultati saranno proporzionali alla vostra preparazione tecnica.

 

Preventivo delle spese per la rapacicoltura:

L'investimento economico necessario per avviare un programma di riproduzione in cattività di rapaci può essere molto variabile in funzione delle specie e del numero di coppie che si intende allevare. In genere la riproduzione in cattività è più costosa rispetto alle altre discipline poichè si parte sempre comprando una coppia di rapaci e non uno solo e anche i costi delle voliere aumentano per via delle maggiori dimensioni richieste da una coppia. Alla spesa iniziale che comprende l'acquisto della coppia e le spese di costruzione della voliera, vanno aggiunte anche le spese di mantenimento alimentare degli individui. La rapacicoltura non richiede l'uso di particolari attrezzature, ma se avete intenzione di usare delle tecniche avanzate come l'inseminazione artificiale o l'incubazione artificiale e l'allevamento a mano le spese potrebbero lievitare. In ogni caso per il primo anno di esperienza io sconsigliol'uso di queste tecniche e soprattutto l’incubazione artificiale; ad ogni modo, i prezzi delle incubatrici oscillano dalle 200 euro alle 2000 euro in funzione della qualità. Per uova piccole come quelle dei gheppi comuni sarebbe bene partire con una incubatrice abbastanza precisa e quindi preventivare una spesa di almeno 400 euro.

 

Scelta della specie per iniziare

In generale le conoscenze richieste per tentare la riproduzione in cattività dei rapaci non sono eccessive, non è necessario seguire dei corsi né avere delle persone che vi seguano passo passo. È invece sicuramente importante avere una esperienza di base con l’allevamento e la riproduzione in cattività di altre specie di volatili come Passeriformi (canarini, cardellini ecc.) o Psitaciformi (pappagalli). Se si possiedono già queste esperienze si può già passare tranquillamente ai rapaci; se invece non si possiedono è possibile comunque acquisirle con facilità ed in breve tempo.

Nella riproduzione in cattività diciamo che non ci sono particolari esigenze come nella falconeria per la scelta della specie con cui iniziare. Effettivamente esistono specie più delicate e specie più robuste anche per quanto riguarda la semplice detenzione e riproduzione in voliera. In modo particolare nella rapacicoltura bisogna ancor più che nella falconeria tener conto anche del clima, visto che in falconeria ci risulta semplice tenere al caldo un rapace che non sopporta il freddo (spostando solo il blocco a cui viene tenuto legato). In modo particolare io escluderei come prime specie tutte quelle troppo piccole perché troppo sensibili sia ad errori di alimentazione  sia anche troppo sensibili alle patologie ed al clima (quindi escludo Gheppi americani, Assioli, Civette), escluderei anche tutte le specie di Accipiter (Astore, Sparviere) perché troppo difficili da tenere in voliera se non si è sufficientemente esperti e preparati, escluderei anche lo Smeriglio perché è un rapace molto sensibile alle malattie, escluderei Girfalco e Gufo delle nevi che non si adattano bene al clima italiano e le specie africane (quali il tutti i falchi di sottospecie meridionali, il Gufo reale Africano ecc..) nelle regioni a clima troppo freddo (dalla Toscana in su). Alla fine però rimangono comunque un buon numero di specie (tutti gli altri falconi, le poiane, le aquile, eccetera). E’ però bene che il neofita allevatore inizi con una specie che possa dare buone garanzie di riproduzione in breve tempo, che sia facile da riprodurre e produttiva e facile da allevare e robusta; in queste categorie rientrano il Gheppio comune e il Barbagianni, che, appunto, sono indicatissime come specie “scuola” per iniziare a fare esperienza con le tecniche di rapacicoltura; si tratta di specie piuttosto robuste e facili da allevare, che raggiungono la maturità sessuale già al primo anno di età e che quindi possono riprodursi con successo già dopo due anni; sono inoltre specie molto produttive che possono deporre e allevare fino a 5-7 giovani ogni anno, garantendo un buon rientro economico che il neofita allevatore può reinvestire per l’acquisto di altre coppie di specie più costose.

Altro importantissimo consiglio che voglio dare a chi si accinge a diventare un riproduttore di rapaci: non comprate mai rapaci adulti! Le migliori probabilità di riproduzione si ottengono formando una coppia giovane: mettendo due individui giovani insieme sin dai primi mesi di età si avrà un perfetto e massimo adattamento al locale di allevamento e al clima (due aspetti fondamentali per poi avere buoni  risultati riproduttivi) ed un ottimo feeling e rapporto di coppia tra i due sessi. Unica nota negativa: bisognerà aspettare degli anni per avere la riproduzione in quelle specie che maturano sessualmente dopo vari anni (che di solito sono le specie più grosse), per questo consiglio il gheppio comune.

 

Scelta successiva

Ci sono vari livelli nella rapacicoltura e il loro grado di difficoltà varia in funzione:

1) Della specie: ci sono infatti specie molto semplici da riprodurre come quasi tutti i notturni (Barbagianni, Gufi reali, Civette, Assioli), i Gheppi comuni ed Americani, specie di medio livello come il Pellegrino, Sacro, Lanario e specie difficili (per es. Astore, Sparviere, Smeriglio) o difficilissime (Aquile, alcune specie di Avvoltoi ecc).

2) Delle tecniche utilizzate: allevare una coppia di Gheppi comuni (specie semplice) senza eseguire alcuna manipolazione è molto facile; allevare una coppia sempre di Gheppi americani (specie semplice) ma usando tecniche di manipolazione come l'incubazione artificiale, l'inseminazione artificiale ecc., diventa più complesso.

Si è visto che una coppia di Gheppio comune o di Barbagianni è la scelta migliore in assoluto per iniziare e per farsi le ossa. Se il vostro obiettivo è quello di riprodurre i Pellegrini, gli Astori, o gli altri Falconi, è bene iniziare proprio con i Gheppi. E' importante farsi le ossa con delle specie semplici, soprattutto per allenarsi nelle tecniche avanzate quali l'inseminazione artificiale, l'incubazione artificiale, l'allevamento a mano dei piccoli, le tecniche di doppia covata ed egg pulling e così via: compiere un errore con i gheppi infatti non è così dannoso economicamente come con dei Pellegrini. Allevare i Gheppi vi porterà nel giro di pochi anni (1-3 anni) nella giusta condizione mentale e alla giusta preparazione per poter riprodurre anche specie più difficili come i Falconi negli anni successivi: non sottovalutate questo!

 

Iter per apprendere le tecniche di rapacicoltura:

 

 

 

 

Testi e foto © by Hyerax (hyerax@gmail.com) e www.falconeria.info

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