L’unico rapace notturno utilizzabile per la
caccia (caccia vera a prede selvatiche nel loro
ambiente naturale) è il Gufo reale europeo, con
il quale è possibile cacciare lagomorfi come
Conigli, Lepri e minilepri. Con tutte le altre
specie di rapaci notturni è impensabile una
applicazione venatoria. A livello legislativo si
devono seguire le stesse regole che valgono la
caccia con il falco: è necessario il porto
d’armi e la licenza di caccia e si devono
rispettare le stesse restrizioni (territori di
caccia, orari, giornate) dei cacciatori col
fucile.
Per addestrare un Gufo reale alla caccia bisogna
fare molto lavoro con il logoro, il così detto
“dummy rabbit” cioè rassomigliante ad un
coniglio o lepre. Sarà necessario usare anche
conigli morti se se ne ha la possibilità in modo
tale che il Gufo inizi a conoscere le sue prede
già dalla giovane età, ancora prima delle prime
fasi di addestramento.
Il metodo generale di addestramento alla caccia
è lo stesso usato per le Poiane codarossa o di
Harris o altri Buteo o Accipiter. Bisogna
preparare l’animale ad essere trasportato sul
pugno, al richiamo sul pugno, al richiamo dagli
alberi, a seguirci, e soprattutto ad inseguire
il logoro. A questo punto è solo questione di
esperienza e di provare e riprovare. La parola
chiave è perseveranza e pazienza. È
consigliabile tentare la caccia con il gufo
reale solo se disponete di aree molto ricche di
Lagomorfi, dove il rapace potrà quindi fare
esperienza sin da subito ed in modo ripetuto. Se
vivete in territori dove incontrare un Lagomorfo
è raro, vi consiglio di rinunciare.
È meglio non usare i campanelli altrimenti si
rovinerebbe la straordinaria silenziosità di
volo dell’animale che è poi la sua principale
arma vincente nella caccia visto che non si
tratta di rapaci particolarmente veloci. Va
benissimo allora usare la radiotrasmittente. Ma
come si fa a ritrovare un rapace notturno al
buio senza la comodità dei campanelli? Ottima
idea è l’uso delle Starlight usate dai pescatori
da attaccare ai geti. Si è visto che funzionano
a meraviglia permettendo di vedere il nostro
rapace anche a vari km di distanza.
Fig. 8.1: Addestramento del gufo reale con
prede intere morte. Questo stadio
precede l’addestramento col vivo. |
Per quanto riguarda, l’uso che se ne può fare a
caccia, posto che si tratti di un Gufo reale e
che esso sia stato correttamente addestrato al
logoro, abituato ai conigli, e ben rispondente
ai richiami al pugno, la tecnica che useremo sul
campo sarà particolare. Si potrebbe in un primo
momento pensare di usare questi animali a caccia
come si farebbe con una Poiana codarossa o con
un Harris. Questa è infatti la metodologia
seguita dalla maggioranza dei “gufieri” con
discreti risultati: avvistata la preda (molto
spesso è il gufo stesso che avvista la preda
prima di noi) lo si lancia dal pugno
all’inseguimento o attacco diretto. Ma sarebbe
meglio usare una tecnica che permetta al
notturno di esprimersi al meglio seguendo la sua
eco-etologia, cioè dandogli la possibilità di
cacciare come farebbe in natura. Come dicevamo
in precedenza le armi da caccia di questi
animali sono la vista acuta e adatta alla
visione notturna, l’ udito acutissimo e preciso,
una silenziosità e mimetismo efficientissimi.
Allora, la tecnica migliore da utilizzare
sarebbe quella di appostarsi assieme al rapace
(cosa che esso farebbe naturalmente) ed
attendere il passaggio della preda. Il rapace è
meglio che non venga tenuto sul pugno, ma
bisogna lasciarlo su un ramo, meglio se è lui
stesso a sceglierselo. Poi, visto che non ci si
può mimetizzare così perfettamente come farebbe
il nostro Gufo (bisognerebbe infatti riuscire ad
ottenere una perfetta mimetizzazione nel colore,
nelle forme, ma anche acustica ed olfattiva,
quest’ultima importantissima soprattutto quando
si cacciano lepri e conigli) è bene tenersi ad
una certa distanza dall’animale, ma tenerlo
sempre sotto nostro controllo visivo e radio (a
questo proposito è utile usare quelle
trasmittenti a zainetto di lunga vita e dotate
di sensore di posizione che ci indicherà se
l’animale sta appollaiato o se si è spostato,
ovviamente bisogna tenere il ricevitore sempre
acceso e con le cuffiette). Inoltre, come
farebbe sicuramente in natura, il gufo si
sposterà un po’ man mano che appura che nelle
vicinanze non ci sono prede, questo è molto
utile perché ci si sposterà con lui, sempre a
distanza, esplorando quindi un’area di una certa
estensione, e permettendo al gufo anche di
cacciare nella maniera che gli è più congeniale.
Un buon consiglio che posso darvi è di cercare
delle zone aperte, dove quindi sarebbe difficile
cacciare con gli Astori o con gli Harris e di
appostarvi col gufo sul pugno in un punto alto
sovrastante come ad es. una collina. Questa
posizione è la migliore in assoluto. Le prede
(conigli e lepri) usciranno allo scoperto senza
accorgersi della vostra presenza ed il gufo avrà
tutto il tempo di valutare quale preda
attaccare;da questa posizione il rapace potrà
sfruttare la sua arma migliore che è appunto la
silenziosità, lasciandosi andare in un volo non
battuto ma planato dall’alto e arrivando di
sorpresa sulla preda.
Fig. 8.2: Il Gufo reale Europeo ha un volo
silenziosissimo e spesso a bassa
quota, quasi radente sul terreno per
passare inosservato alle prede e
colpirle di sorpesa. |
Testi e foto © by Hyerax (hyerax@gmail.com)
e www.falconeria.info