Prima di continuare mi preme ricordare che oggi in
Italia e praticamente in quasi tutti i paesi del
mondo è vietata la cattura dei rapaci selvatici e
potranno essere allevati in cattività solo esemplari
a loro volta nati in cattività da almeno 2
generazioni. Se avete serie intenzioni di dedicarvi
alla rapacicoltura amatoriale, dunque, abbiate cura
di acquistare da allevatori referenziati e seri gli
esemplari nati in cattività. Oltre che illegale e
dannosa, la cattura di rapaci selvatici servirà a
ben poco per la riproduzione in cattività, perché,
in base a quanto detto prima, questi esemplari si
adatteranno scarsamente alla vita in cattività e
difficilmente potranno riprodursi spontaneamente.
Gli esempi che avete letto su rapaci selvatici in
cattività si riferiscono a tecniche non praticabili
dai privati (programmi di reintroduzione, recupero
di esemplari feriti ecc.). Per la semplice
detenzione e/o riproduzione in cattività, da un
punto di vista legale, è necessario che
1)
I rapaci utilizzati siano stati acquistati da
allevatori autorizzati e dotati di anellino
inamovibile e relativo documento CITES
2)
Vengano tenuti rispettando le leggi
nazionali/regionali sul benessere animale
Nessuna altra legge regolamenta l’allevamento e
riproduzione in cattività dei rapaci, a differenza
della falconeria dove invece, oltre alle citate
leggi (CITES e benessere) è necessario rispettare la
legge nazionale sulla caccia 157 che prevede il
porto d’armi e la licenza di caccia.
Fig. 1: Pullo di Barbagianni (Tyto
alba) nato in cattività. |
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