Questa è sicuramente la parte più bella ed
interessante della rapacicoltura: la riproduzione.
Le tecniche che sono state sviluppate a questo
proposito sono innumerevoli, ma ci limiteremo ad
illustrare solo le principali.
Se la coppia è ben affiatata, entrerà in regime
riproduttivo non appena il maschio e la femmina
saranno divenuti sessualmente maturi. Nei casi più
critici, se non si riesce ad ottenere una
riproduzione naturale, si possono usare varie
complicate tecniche per stimolare la coppia o per
farla riprodurre artificialmente, quali,
rispettivamente, la somministrazione di ormoni
riproduttivi (come il testosterone) oppure
l’inseminazione artificiale.
In quest’ultimo caso si è giunti a tecniche molto
sofisticate per avere successo: da diversi anni è
stata sviluppata in America la tecnica della
inseminazione artificiale cooperativa in cui sia il
maschio sia la femmina cooperano con l’allevatore,
l’uno donando volontariamente il seme, l’altra
facendosi inseminare spontaneamente e di sua
volontà; ciò grazie ad un particolare imprinting ed
addestramento che essi hanno ricevuto, attraverso i
quali entrambi riconoscono nell’allevatore il
proprio compagno sessuale. In generale però si
tratta di tecniche molto complicate e non adatte
all’allevatore amatoriale (nel nostro allevamento
stiamo preparando delle coppie per quest’ultimo tipo
di inseminazione artificiale e ci stiamo accorgendo
di quanto sia complesso e difficile); d’altro canto
egli non ne avrà bisogno perché utilizzerà sempre e
solo rapaci ben adattati alla vita in cattività e
che nella maggior parte dei casi si riprodurranno
spontaneamente in maniera del tutto naturale.
Una volta effettuate le normali parate nuziali,
avvenuta la copula, la femmina deporrà le uova nel
nido che l’allevatore avrà inserito nella voliera. A
questo punto si hanno due opzioni:
-Far procedere la coppia nel normale ciclo
riproduttivo
-Utilizzare la tecnica del “double clutching”
(doppia covata) se si vuole ottenere una progenie
più numerosa.
La tecnica della doppia covata ha molte varianti
(più o meno complesse ed efficienti), che permettono
di fare deporre ad una sola femmina anche fino a 14
uova a stagione. La variante che userà l’allevatore
amatoriale sarà la più semplice (ma anche
sufficientemente redditizia); però è necessario che
egli abbia già una certa esperienza nelle tecniche
di incubazione artificiale delle uova e di
allevamento a mano dei piccoli appena nati ( i
rapaci notturni e diurni alla nascita sono inetti e
non precoci come i galliformi, per esempio, i cui
pulcini già dal primo giorno di vita sono capaci di
camminare e mangiare autonomamente). A questo scopo
sarà sufficiente una incubatrice del tipo ventilato
o no (“forced air” o “still air” incubator) di
piccole dimensioni ma ben funzionante. Appena la
femmina ha terminato di deporre le uova e le sta già
covando da circa 5-6 giorni, l’ allevatore le
preleverà delicatamente dal nido e le porrà in
incubatrice alla temperatura ed umidità più adatta
alla specie (37,5 C° e 55% di umidità relativa in
media) lasciandovele per il numero di giorni
richiesto per la schiusa (numero che varia anch’esso
in funzione della specie).
Fig. 32: Uova di varie specie di rapaci
in incubatrice artificiale. |
In poche parole si sta sfruttando il principio
biologico della “covata di sostituzione” in base al
quale se, in natura, la prima covata va persa (nel
nostro caso è stata tolta) la femmina è
biologicamente capace di deporre una seconda covata
di emergenza; infatti la nostra femmina, nel giro di
qualche giorno (anche qui il numero di giorni varia
da una specie all’altra) deporrà un secondo “set” di
uova, che l’allevatore le lascerà incubare
naturalmente.
Quando sarà passato il necessario numero di giorni,
le uova in incubatrice entreranno nella fase del
“pipping”, che può durare da 36 a 60 ore: il
pulcino inizierà a rompere le membrane interne ed il
guscio dell’uovo per uscire aiutandosi con una
apposita protuberanza del becco, il cosiddetto
“dente del becco” che scomparirà qualche tempo dopo
la schiusa. Durante questa fase l’uovo dovrà essere
posto in un ambiente adatto all’interno della unità
di schiusa (“hatcher”) che sarà un’altra incubatrice
tenuta ad una temperatura di 37 C° ed una umidità
relativa del 60%.
Fig. 33: Il dente del becco che il
pulcino (di Falco pellegrino, in questo
caso) usa per rompere le membrane e il
guscio prima della schiusa. |
Alla nascita il pulcino è ricoperto da un fitto
piumino e dovrà essere tenuto ancora per qualche
giorno nell’unità di schiusa, abbassando via via la
temperatura. Nel frattempo verranno somministrati
con l’aiuto di una pinzetta a punte smussate i primi
pasti a base di carne di pollo, manzo, quaglia o
piccione finemente tritata a cui si aggiungeranno
complessi polivitaminici e minerali per aiutare il
corretto sviluppo. Già al terzo giorno di vita non
sarà più necessario l’uso dell’unità di schiusa e i
piccoli rapaci potranno essere tenuti all’interno
di adatti contenitori dotati di un sistema di
riscaldamento all’ infrarosso.
Fig. 34: Pulli di Gufo
reale europeo di 5 settimane di età
allevati a a mano per un imprinting
totale. |
Fig. 35:
Alimentazione di un pulcino di Falco
pellegrino di 2 gg. di età con l’aiuto
di una pinzetta. |
Fig. 36:
Pulcini
di Lanario e Pellegrino ad una settimana
di età subito dopo il pasto (notare il
gozzo pieno e ben visibile del pulcino
isolato).. |
Alle uova della seconda covata penseranno invece i
genitori naturali.
In tutto il ciclo riproduttivo l’allevatore può
intervenire in svariatissimi modi per gestire il
numero e la qualità dei pulcini prodotti; le
tecniche sono innumerevoli ma sono sconsigliate
nell’allevamento amatoriale anche perché inutili
nella maggior parte dei casi. Tanto per fare qualche
esempio, si dia un’occhiata alla sottostante
tabella:
|
|
|
1 |
CROSS FOSTERIG |
Consiste nell’uso di genitori adottivi
qualora i genitori naturali non siano
capaci di allevare la nidiata oppure sia
necessario non imprintare i giovani
rapaci nati in incubatrice. |
2 |
MANIPOLAZIONE DEL FOTOPERIODO |
È utile se si ha a che fare con specie
nordiche oppure nel caso in cui si
voglia far deporre più di 2 covate alla
coppia. Utilizzata anche per ottenere
una sincronizzazione del maschio e
della femmina nell’ inseminazione
artificiale. |
3 |
CLUTCH AMPLIFICATION |
Consiste nel togliere le uova man mano
che vengono deposte piuttosto che
togliere l’intera covata ( con questa
tecnica i nostri Gheppi hanno deposto
fino a 11 uova in una sola annata). |
4 |
CLUTCHING 1 |
Permette di ottenere fino a tre covate
da una sola femmina attraverso vari
trucchetti tra cui la manipolazione del
fotoperiodo. |
5 |
CLUTCHING 2 |
In questo caso si ottengono 3 covate, ma
si fa in modo che 2 di esse vengano
gestite naturalmente dei genitori,
sincronizzando accuratamente i tempi. |
6 |
ARTIFICIALE |
Anche nella rapacicultura si usano le
tecniche di ibridologia, sopratutto
ricorrendo all’inseminazione
artificiale. Gli ibridi più comuni si
ottengono all’interno del genere
Falco ( Girfalco/Pellegrino,
Girfalco/Lanario), ma si hanno casi di
ibridi anche all’interno di altri generi
(Buteo, Accipiter) o anche
intergenerici (Buteo/Accipiter).
Comuni sono anche gli ibridi di 2ª
generazione (Girifalco/Lanario/Sacro).
|
Volete
Approfondire questo argomento?
Se volete
imparare di più le tecniche e approfondire i
concetti di questa pagina web,
consultate i
nostri prodotti multimediali, libri e CD
|